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Riscatto contributi con i premi di produttività, come richiederlo

di Barbara Weisz

12 Marzo 2024 08:28

Riscatto periodi scoperti pagato dai dipendenti del privato con i premi di produttività: tutte le regole applicative per recuperare 5 anni a costo zero.

I dipendenti del privato possono utilizzare i premi di risultato per pagare il riscatto dei contributi previsto in via sperimentale per il biennio 2024-2025 dalla Legge di Bilancio.

E’ anche questa una possibilità introdotta dalla Manovra, e riguarda solo i lavoratori che andranno in pensione con il sistema contributivo, ossia che hanno effettuato i primi versamenti previdenziali dopo il 31 dicembre 1995.

Vediamo con precisione come funziona.

Riscatto pensione come premio aziendale

Il riferimento è il comma 129 della legge 213/2023, in base al quale l’onere di riscatto riferito alla particolare modalità introdotta dalla Manovra 2024 può essere sostenuto dal datore di lavoro destinando, a tal fine, i premi di produzione spettanti al lavoratore.

E’ un’ipotesi conveniente per entrambe le parti, perché il lavoratore potrà riscattare contributi incrementando il  montante previdenziale con l’ulteriore vantaggio di applicarvi la deduzione fiscale prevista, prevista anche per il datore di lavoro rispetto al reddito di impresa.

Ma facciamo un passo indietro e spieghiamo bene come funziona il nuovo riscatto dei contributi (la cosiddetta pace contributiva) introdotto dalla Manovra.

Pace contributiva 2024-2025: come funziona il riscatto

In via ordinaria, per ricorrere al riscatto di periodi pregressi (anni di laurea, servizio militare, congedi per motivi di studio, lavoro all’estero) devono intervenire precise condizioni e non si può ricorrere a questo strumento per coprire anni durante i quali non è stata versata alcuna contribuzione.

La Manovra (al comma 126) introduce invece questa nuova ipotesi di riscatto, ma utilizzabile esclusivamente nel biennio 2024-2025. Sostanzialmente, ripropone una misura sperimentata dal 2019 al 2021.

Gli iscritti alle gestione INPS (dipendenti, artigiani e commercianti, iscritti alla gestione separata) privi di contribuzione al 31 dicembre 1995 e non titolari di pensione, possono riscattare fino a cinque anni di contributi (per periodi non coperti da contribuzione e non soggetti a obbligo contributivo)  collocati in un arco di tempo compreso fra l’anno del primo contributo e l’anno dell’ultimo. Gli anni riscattati vengono equiparati a periodi lavorati.

Come attivare la pace contributiva

Per attivare il nuovo strumento bisogna presentare domanda all’INPS calcolando l’onere con il metodo ordinario (previsto dall’articolo 2, comma 5, dlgs 187/1997), da versarsi in un’unica soluzione oppure in un massimo di 120 rate mensili, di importo che non può essere inferiore a 30 euro, e senza interessi.

=> Calcolo costi riscatto contributi

La rateizzazione non può essere concessa se i contributi di riscatto devono essere utilizzati per l’immediata liquidazione della pensione diretta o indiretta, o nel caso in cui gli stessi siano determinanti per l’accoglimento di una domanda di autorizzazione ai versamenti volontari.

Se una di queste due ipotesi si verifica in corso di rateizzazione, la somma residua è versata in unica soluzione. Alla data del saldo dell’onere l’INPS provvede all’accredito della contribuzione e ai relativi effetti.

Riscatto pagato con i premi di produzione

Per i dipendenti del privato c’è un’altra possibilità di versamento di questi contributi, rappresentata dall’utilizzo dei premi di produzione. La circolare 5/2024 dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che bisogna presentare domanda al datore di lavoro, il quale provvederà alla copertura dell’onere utilizzando i premi di produzione spettanti al lavoratore stesso.

Attenzione: questa possibilità di riscatto pagato dall’impresa non riguarda solo i premi di risultato a cui si applica la tassazione agevolata, ma tutti i dipendenti che ricevono premi di produttività.

A fronte dell’esercizio di questa opzione, le regole fiscali (dettagliate dalla sopra citata circolare delle Entrate) sono le seguenti:

  • il datore di lavoro porta in deduzione l’intero onere di riscatto dal reddito d’impresa o da lavoro autonomo;
  • il lavoratore applica la deduzione fiscale prevista per i contributi previdenziali (articolo 51, comma 2, lettera a, del testo unico imposte sui redditi).