Tratto dallo speciale:

Isopensione 2024: requisiti per l’uscita anticipata di 7 anni

di Alessandra Gualtieri

14 Marzo 2024 09:36

Isopensione 2024-2026: in pensione anticipata fino a 7 anni prima con accordo aziendale, assegno pari quasi alla pensione e contributi garantiti.

L’isopensione, ossia la prestazione di accompagnamento alla pensione istituita dalla Legge Fornero (articolo 4, comma 2, legge 28 giugno 2012, n. 92) è una forma di incentivo all’esodo che comporta la pensione anticipata per i lavoratori prossimi al raggiungimento dei requisiti ordinarti, i quali possono dunque lasciare il lavoro in anticipo, previo accordo aziendale.

Grazie al Milleprorghe, anche per il 2024 (e fino al 2026) il periodo massimo di anticipo può arrivare a sette anni rispetto ai quattro anni previsti dalla formulazione originaria della norma.

Vediamo come si applica e chi può andare in pensione anticipata con questo strumento.

Isopensione: come funziona e a quali condizioni si applica

Il trattamento consiste in un incentivo pagato dall’azienda che ne copre stipendio e contributi fino a maturazione della pensione vera e propria (da qui incentivo all’esodo). Il vantaggio per l’impresa è la possibilità di un ricambio generazionale in azienda.

L’isopensione con incentivo Fornero può essere utilizzato in aziende con almeno 15 dipendenti con accordo tra datore di lavoro e organizzazione sindacale, interessando i lavoratori vicino alla pensione nei casi in cui ci siano esuberi di personale e l’azienda abbia avviato un piano di ristrutturazione.

L’accordo sindacale per l’isopensione va obbligatoriamente depositato all’INPS prima di poter essere applicato.

I lavoratori coinvolti sono quelli vicini alla pensione di vecchiaia o anticipata (67 anni di età o 41 anni e 10 mesi per la pensione anticipata). Nel triennio 2024-2026, gli anni che mancano alla pensione ordinaria possono essere al massimo 7.

Vantaggi per aziende e lavoratori

Lo strumento è vantaggioso non soltanto per i lavoratori che smettono prima di lavorare ma anche per i datori di lavoro che devono gestire esuberi e non possono licenziare.

Certamente l’isopensione comporta un esborso economico non da poco, motivo per il quale non è uno strumento particolarmente diffuso e che in genere viene utilizzato per gestire esuberi di personale di grossa portata che diversamente comporterebbero per il datore di lavoro un dispendio economico anche maggiore rispetto all’incentivo all’esodo.

Incentivo esodo con isopensione: quanto si prende

Per tutta la durata del periodo di isopensione (che può arrivare fino a 7 anni) le imprese devono versare al lavoratore un assegno pari all’importo del trattamento pensionistico per 13 mensilità.

Nel concreto, l’indennità è erogata per il tramite dell’INPS, a cui l’azienda anticipa il versamento attivando anche una fideiussione bancaria.

Per calcolare l’importo della prestazione, non si tiene conto della contribuzione figurativa, che invece resta versata dall’azienda per tutto il periodo.

Rivalutazione e ricostituzione

Così come lo stipendio o la pensione, anche l’assegno di isopensione è soggetto a tassazione ordinaria (è imponibile IRPEF) ma non a trattenute né a cessioni del quinto. Infine, non è soggetta ad alcuna rivalutazione Istat.

=> Incentivi esodo pensione: ricostituzione a carico dell'impresa

I lavoratori hanno però diritto alla ricostituzione delle prestazioni di esodo  (articolo 4, commi da 1 a 7, legge 28 giugno 2012, n. 92, e articolo 41, comma 5-bis, d.lgs 14 settembre 2015, n. 148, e successive modificazioni) se percepiscono retribuzioni successive alla cessazione del rapporto riferite a precedenti periodi di paga. Queste somme devono essere calcolate ai fini della ricostituzione della prestazione ma l’ex datore di lavoro deve farsene carico.

Isopensione: come fare domanda

I lavoratori non possono chiedere l’isopensione, perché si tratta di una scelta aziendale, da concordare con i sindacati.

Le aziende che intendono avvalersi di questo strumento, dunque, devono presentarne richiesta all’INPS (alla sede di competenza) e, soltanto dopo aver ricevuto l’autorizzazione (previa accettazione della garanzia fideiussoria) si procederà con l’invio delle domande individuali per i lavoratori individuati dall’accordo.

Non c’è comunque automatismo, nel senso che i lavoratori sono liberi di accettare o rifiutare la proposta di isopensione.

La domanda all’INPS, infatti, va sottoscritta sia dal lavoratore sia dal legale rappresentante dell’azienda, deve essere redatta utilizzando il modulo presente nella sezione “modulistica – Assicurato pensionato – Domanda prestazione di esodo Legge n .92/12, art. 4 – Incentivo all’esodo ai sensi della Legge n. 92/12 art. 4, commi da 1 a 7-ter“.

Isopensione: la procedura per step

Ricapitoliamo i passaggi necessari.

  1. Accordo di esodo: l’azienda stipulare un accordo di esodo con i sindacati, indicando il piano di ristrutturzione, il numero di lavoratori in esubero e il termine entro cui concludere il programma di esodo.
  2. Adesione: i lavoratori possono scegliere se aderire o meno.
  3. Deposito Accordo: l’azienda deposita l’accordo all’INPS e presenta fideiussione bancaria
  4. Autorizzazione: l’INPS verifica i requisiti, valida l’accordo e autorizza gli anticipi di pagamento da parte dell’azienda.
  5. Assegno di Isopensione: il lavoratore smette di lavorare e inizia a percepire dall’INPS l’isopensione, il cui importo è pari a quello della futura pensione decurtato dei contributi figurativi, che vengono invece versati dall’azienda (manca anche la perequazione annuale).

In caso di decesso del beneficiario, ai superstiti viene liquidata la pensione indiretta, calcolata aggiungendo la contribuzione figurativa versata durante il periodo di isopensione.

Da isopensione a pensione di vecchiaia o anticipata

Alla scadenza dell’accordo, i pagamenti dell’assegno di isopensione si interrompono e il lavoratore presenta (per tempo) domanda di pensione ordinaria.

Se però matura il diritto a un trattamento pensionistico anticipato prima che scada dell’isopensione, allora potrà scegliere anche di ricevere tale pensione prima che sia scaduto l’accordo di esodo.

Il lavoratore in isopensione può ancora lavorare

Il lavoratore in isopensione, anche se riceve la prestazione, può anche trovare un altro lavoro dipendente o autonomo senza perdere l’indennità.

Del resto, anche durante la pensione ordinaria non è vietato continuare a lavorare.

Conclusioni

Tra le formule di flessibilità in uscita, lo scivolo 2024-2026 fornito dall’isopensione, rappresenta una delle pochissime opzioni per aggirare la scure di Governo sugli strumenti di uscita anticipata.

Previo accordo sindacale e con adesione volontaria da parte dei lavoratori prossimi all’età pensionabile, questo particolare incentivo all’esodo può essere utilizzato per anticipare fino a 7 anni l’uscita dal mondo del lavoro, mentre dal 2027 si torna ai 4 anni ordinari previsti dalla norma primaria (salvo nuova proroga).