Poco welfare aziendale, meglio i premi di risultato

di Anna Fabi

Pubblicato 22 Marzo 2018
Aggiornato 27 Settembre 2018 09:56

Osservatorio Welfare: i dipendenti italiani preferiscono i premi di produttività in denaro ed esercitano poco l'opzione di conversione in servizi di welfare aziendale.

I dipendenti italiani preferiscono non trasformare i premi di risultato (salario di produttività) in prestazioni di welfare aziendale: l’opzione prevista in Legge di Bilancio incentiva la conversione in benefit dei premi in denaro, ma solo il 19% dei lavoratori ha finora deciso di rinunciare ad una busta paga più pesante. C’è giusto un 10% che chiede la liquidazione della somma in busta paga. Tutti gli altri (il 71%) non fanno nulla, che in pratica significa rinunciare ai flexible benefit. I dati sono forniti dall’Osservatorio di Easy Welfare, in base alle scelte effettuate dai dipendenti delle aziende che utilizzano la sua piattaforma online.

I dipendenti che hanno deciso di convertire il PDR in welfare, hanno utilizzato mediamente il 76,6% dell’importo disponibile, che significa – in termini assoluti – flexible benefit per 1.168 euro in media, a fronte di circa 1.524 euro da PDR.

Le donne esprimono più frequentemente degli uomini la scelta e utilizzano quote maggiori di premi di conversione: solo il 63% si astiene, contro il 74% degli uomini, ed è ancora più vistosa la forbice fra chi poi sceglie il welfare, il 23,7% dei casi contro il 17,3% degli uomini. Più alta anche la quota che le lavoratrici mediamente convertono, pari all’83% del potenziale, contro il 79% indicato dai beneficiari uomini.

Altri dati: la conversione del premio di risultato in welfare aziendale viene privilegiata dalla fascia di età fra i 35 e i 55 anni.

Considerazione del report: chi ha famiglia è maggiormente incentivato a spendere strumenti di welfare, soprattutto di rimborso spese scolastiche dei figli e spese sanitarie.

Infine, si rileva come, con il crescere della somma, diminuisca la propensione a convertire il premio in benefit aziendale: per importi convertibili entro i mille euro i beneficiari scelgono una conversione superiore al 90%, mentre per importi convertibili oltre 2mila 400 euro la conversione oscilla tra il 66% ed il 70%.

Il tasso di conversioni aumenta quando l’impresa prevede incentivi specifici (ad esempio, incrementando il premio).