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IT: cresce la domanda in Italia, ma Internet non decolla

di Riccardo Simone

Pubblicato 29 Luglio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:43

Il 30 Giugno è stato presentato da Assinform (l’Associazione delle aziende tecnologiche italiane) il Rapporto 2008 che descrive l'andamento degli investimenti e dell'utilizzo delle ICT in Italia.

L'analisi dei dati mostra ci sono più ombre che luci. Ma più che snocciolare una serie di dati, numeri e percentuali, preferisco cercare una (o più) chiavi di lettura dei fenomeni e delle tendenze che il Rapporto fotografa.

La domanda IT è in notevole crescita.
È il punto di forza del mercato italiano: la spesa consumer è aumentata in maniera considerevole rispetto al 2006. Questo significa che i cittadini nutrono fiducia nelle potenzialità  delle ICT e che, nonostante una diffusa contrazione del potere d'acquisto e dei consumi in generale, decidono di spendere una crescente parte del proprio reddito in questa tipologia di beni.

Un discorso simile si applica anche alle imprese, nonostante la crescita sia meno vigorosa e comunque “trainata” dalle grandi aziende.
…ma qualcosa manca…il tallone d'Achille dell'IT italiano è Internet: le persone non lo usano, le aziende lo snobbano e l'offerta, in termini di servizi, latita. Si crea (e si mantiene ormai da anni) un circolo vizioso: gli utenti mostrano una buona disponibilità  a investire in tecnologia, ma di fronte agli ostacoli si scoraggiano.

Quali sono questi ostacoli? Innanzitutto la banda larga, la cui diffusione è inferiore rispetto alla media europea a fronte di tariffe assolutamente non competitive da parte di pochi operatori. Questo comporta un ritardo anche nello sviluppo delle competenze necessarie per navigare consapevolmente ed efficacemente su Internet.

Insomma, se l'e-commerce è una voce irrilevante nei fatturati delle aziende, e se l'e-banking stenta ancora a decollare, significa che c'è ancora una diffusa diffidenza. Ma si tratta di una diffidenza non tanto nei confronti della tecnologia in sé quanto nei confronti di chi fornisce i servizi Internet.

Quali soluzioni? Per superare questo atteggiamento gli stimoli devono provenire da più parti. Innanzitutto occorre che i provider migliorino la qualità  del servizio e la competitività  delle tariffe. Ma anche banche e aziende devono promuovere l'utilizzo del canale online per le transazioni.

Infine il più classico dei passaparola può contribuire ad attivare un circolo virtuoso e a portare a livelli di maturità  tecnologica più avanzati. Insomma se un user esperto, oltre al link di un video divertente su Youtube, fornisse qualche informazione in più sul pianeta Internet, potrebbe eliminare dubbi a volte futili che però sono alla base del gap che tuttora permane tra l'Italia e altri Paesi europei.