Credito al consumo: trend sui prestiti 2011 in Italia

di Francesca Pietroforte

Pubblicato 21 Febbraio 2012
Aggiornato 9 Aprile 2014 17:03

Analisi dell'Osservatorio mensile di Assofin sui primi quattro mesi del 2011 sul credito al consumo in Italia.

Il credito al consumo sostiene da anni gli acquisti dei privati, e indirettamente il business di molte Pmi, soprattutto da quando la recessione ha ridotto drasticamente la liquidità di cassa e la domanda di mercato è crollata. Lo strumento, che consente di dilazionare i pagamenti a costi sostenibili, è una sorta di manna dal cielo in un periodo di crisi come quello da cui il sistema economico nazionale sta cercando di uscire.

Il primo giugno 2011, tra l’altro, è entrata in vigore la nuova normativa sul credito al consumo, che impone a banche e istituti di credito maggiore trasparenza e precisi obblighi informativi su prestiti e finanziamenti, a tutto vantaggio dei consumatori e della libera concorrenza nell’accesso al credito.

L’Osservatorio Assofin ha analizzato l’andamento del credito al consumo nei primi 4 mesi del 2011 (finanziati acquisti per 17,7 miliardi di euro).

Il saldo è rimasto negativo (-3,4% dopo il -5,3% del 2010) ma segna comunque una lieve ripresa dei consumi: 53 miliardi di euro di valore.

Sembra dunque materializzarsi una lenta ma graduale risalita dopo una vera e propria paralisi che, secondo l’Istat, ha riguardato soprattutto i beni durevoli.

I prestiti finalizzati (quando il cliente è obbligato all’acquisto di un bene di consumo specificandone la finalità all’istituto finanziatore) sono calati del 13,3%, anche a causa della brusca discesa fatta registrare dall’acquisto a rate di automobili e motociclette (-17,1%) e del fatto che tali prestiti non sono erogati direttamente, ma attraverso un intermediario (con aumento dei costi e riduzione della fidelizzazione).

Per quanto riguarda i prestiti personali, si segna invece una tendenza positiva (soprattutto quelli fino a 75 mila euro, +8,4%), anche se si riducono gli acquisti a rate.

In merito alla cessione del quinto dello stipendio, si registra un calo (-9,7%, per un volume d’affari complessivo di 1,4 miliardi di euro) a causa della stretta creditizia attuata dalle compagnie di assicurazione, che richiedono oggi requisiti più elevati prima di elargire i finanziamenti in favore dei dipendenti di aziende private. Il decremento è dovuto anche al divieto della Banca d’Italia di applicare rinnovi delle polizze prima della scadenza e ha chiesto una maggiore attenzione agli istituti di credito.

Dall’analisi geografica, che si riferisce però al 2010, appare evidente come al Sud si sia registrato il calo maggiore dei finanziamento a rate con un -8,9% (contro il -2,8% del Nord Ovest, il -3,7% del Nord Est, il 5% del Centro e il -6% delle Isole) trainato dal -11,7% del Molise, dal -11,2% della Campania e dal -9,1 della Puglia. Secondo gli esperti, il 2011 dovrebbe essere ancora un anno di transizione, dominato da un andamento stazionario con alcune punte di ripresa nel secondo semestre.