Comunicazione Web: il sesto potere

di Alessia Valentini

19 Settembre 2011 09:00

Se il film Quinto potere esaltava la potenza del mezzo televisivo, oggi il "sesto potere" è il Web: capace di smuovere le masse e decretare successi e fallimenti di persone, eventi, società o chiunque vi comunichi attraverso.

Oltre che veicolo d’informazione globale, il Web è diventato oggi un mezzo così potente che diventa obbligatorio impararne leve e regole, pena l’esclusione. A fare il punto sui risvolti imprenditoriali, un convegno-dibattito ad hoc, svoltosi presso la Camera dei Deputati e organizzato dal centro Studi Politici Criticalia: “Il potere DEL Web, il potere DAL Web – il nuovo marketing dell’immagine”. Punto centrale dell’analisi, la pervasività e velocità di diffusione delle informazioni su Internet, che automaticamente diventa forza motrice e abilitante di un nuovo modello di comunicazione.

La Comunicazione Web deve necessariamente risultare densa di contenuti qualitativamente significativi, pena la perdita di reputazione online, capace di causare non solo il disinteresse del pubblico, ma anche un vero e proprio disastro mediatico a lungo termine.

La rete Internet è diventata un mezzo potente, che influenza in modo profondo orientamenti e scelte. Si pensi all’ultimo referendum, per certi versi snobbato dai media standard ma trionfante sul Web, dove ha avuto la sua massima espressività, con i risultati a tutti noti. L’efficacia del Web, infatti, è data dalla sua viralità, nonché la sua capacità di verticalizzarsi in settori e fasce di utenza ad un altissimo livello di segmentazione. Ne è assolutamente convinto l’On. Paolo Gentiloni responsabile comunicazione del PD che osserva come tutti debbano accostarsi alla rete adattandosi al suo linguaggio e ricordando che è interattivo.

Web e Politica

«La gente», ha ricordato anche l’On. Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del PD, in occasione del convegno: «usa il Web non solo per ascoltare ma per dialogare e interagire».

Dello stesso parere l’On. Antonio Palmieri, Responsabile Internet e nuove tecnologie del PDL, che ha fatto notare quanto la Rete sia una forma di ascolto, un luogo di informazione diretta non veicolata dai media e, per sua esperienza, un luogo di mobilitazione utile a portare le persona dalla Rete (online) fuori (offline).

Web e imprese

Gianluca Comin, Presidente FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) e Direttore Relazioni Esterne ENEL, ha puntato invece su reputazione e credibilità che distinguono l’utente e/o il comunicatore secondo il luogo virtuale in cui sceglie di pubblicare. A maggior ragione, aziende e professionisti devono fare di più di blogger e giornalisti, ma tutti devono adeguarsi a questo nuovo mondo e alla sua capacità di “rieducare” secondo le indicazioni della cittadinanza.

Renato Vichi, Responsabile Relazioni con i Media di Unicredit, ha sottolineato la fondamentale importanza dei contenuti: «si è veramente attivi sul Web se si sostengono i contenuti, che creano il reale interesse e costituiscono l’oggetto che la gente è interessata a leggere e approfondire».

Comunicazione Web e formazione

Abbiamo approfondito questi temi con Daniele Chieffi, esperto di comunicazione online e autore del libro “Online media relations” edito da Gruppo24Ore, sulle relazioni veicolate dai media digitali: «la Rete non è solo un nuovo sistema di comunicazione, è uno mezzo potente che se non si coglie o non si sa governare, esclude senza appello. Il rischio è di non potervi entrare più e di diventare vecchi e inutili».

A chi gli domanda quale sia la sensibilità maggiore che un professionista della comunicazione deve avere, Chieffi risponde che non esiste più il concetto antico di comunicazione, perchè la Rete è un mezzo ed un “luogo” dove anche il singolo diventa influente. Quindi, «i nuovi online media relator si devono confrontare con i nuovi interlocutori, che sono strani, diversi, completamente nuovi e bisogna imparare a parlarci altrimenti non si fa comunicazione».

Questo “cambiamento copernicano” richiede comunque un certo impegno progressivo. Chi non si è mai accostato al Web compie l’errore di considerarlo un mero strumento, mentre invece è un ecosistema sociale informativo, governato da proprie leggi e dinamiche originali, da poter usare in via strumentale.

Dunque, è necessario entrare nel Web (pena l’esclusione), ma per farlo serve conoscere le basi concettuali e teoriche di questo universo informativo su base sociale, e solo dopo sarà possibile imparare ad utilizzarle: è opportuno formarsi accettando il paradigma di base secondo cui si tratta di una nuova forma della comunità umana. Un buon modo per entrare in Rete è esplorarla, interagire, scoprire con curiosità. Parallelamente si deve intraprendere un percorso formativo solido costituito da un giusto mix di esperienza e informazione. La più grande risorsa? L’apertura mentale e la consapevolezza che si è di fronte alla più innovativa forma di vita di relazione.

Siamo davvero di fronte al “sesto potere” con il Web? Chieffi annuisce, e rafforza il concetto: a suo dire, forse si tratta anche di qualcosa di più, considerata la capacità virale, di coinvolgimento e di influenza che ha la Rete. Per la sua inedita prerogativa di raggiungere e coinvolgere direttamente il singolo, il Web è superiore a qualsiasi altro mezzo, e teoricamente non ha limiti. Contemporaneamente, però, non ha barriere di accesso e pertanto consente a chiunque di penetrarlo, usarlo e appropriarsi del suo potere. Attraverso la conoscenza delle dinamiche profonde del Web è possibile trasformarsi in un influencer e utilizzare la forza mediatica di Internet.