La UE ha pubblicato la classifica dei Paesi più innovativi – Innovation Scoreboard 2013 – e tra questi l’Italia non fa una bella figura, ottenendo un punteggio sotto la media degli altri Stati Membri per indice di innovazione, numero di brevetti e attività di ricerca.
Si evidenzia un trend a due velocità: da una parte i forti innovatori che allungano il passo, dall’altra i paesi in ritardo, caratterizzati da un’assenza di progressione. In mezzo, anche l’Italia.
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Innovazione UE a due velocità
Leader per innovazione il gruppo di testa della classifica: Svezia, Germania, Danimarca e Finlandia, accomunati da una elevata capacità di fare ricerca e innovazione a livello di impresa (investimenti in in R&S e in brevetti) e di istruzione superiore (fortemente legato al tessuto produttivo e al mondo della scienza). Ci sono poi i Paesi che tengono il passo con i tempi: Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Austria, Irlanda, Francia, Slovenia, Cipro ed Estonia.
Nella classifica l’Italia è al sedicesimo posto, insieme agli “innovatori moderati” – tra i quali figurano anche Spagna, Portogallo, Repubblica ceca, Grecia, Slovacchia, Ungheria, Malta e Lituania – soprattutto a causa del significativo calo degli investimenti in capitali di rischio (-3.1%) e spese per l’innovazione non tecnologica (-5.2%), oltre al pesante ritardo sul fronte dei finanziamenti, aiuti e investimenti delle imprese. Nel quarto ed ultimo gruppo ci sono infine Polonia, Lettonia, Romania e Bulgaria.
PMI e Innovazione
Tra le PMI risulta vincente la ricetta della collaborazione, tra le imprese che hanno creato delle sinergie il dato relativo all’innovazione cresce del +7,9%.
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A spingere l’innovazione sono soprattutto licenze, brevetti e registrazioni di marchi comunitari, trend che è aumentato del +6%.
Innovazione e crisi
«La crisi economica ha influito negativamente sull’innovazione in certe parti d’Europa», ha sottolineato il Commissario Ue per l’Industria, Antonio Tajani, ma «gli investimenti nell’innovazione sono essenziali se vogliamo mantenere la nostra competitività globale e rilanciare la crescita in Europa».
In questo è fondamentale «incoraggiare l’imprenditorialità poiché le PMI sono un volano essenziale dell’innovazione», per questo e per poter raggiungere l’obiettivo di riportare l’industria al 20% del PIL il Consiglio Europeo lavorerà al coordinamento a livello europeo delle politiche industriali.