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Taglio tasse: Renzi, via TASI e IMU

di Barbara Weisz

Pubblicato 20 Luglio 2015
Aggiornato 27 Luglio 2015 09:50

Il premier Renzi promette taglio tasse da 50 miliardi: abolizione TASI e IMU nel 2016, riduzioni IRES e IRAP nel 2017, IRPEF nel 2018. Dettagli e reazioni.

Un taglio tasse da 50 miliardi in cinque anni, iniziando nel 2016 da TASI, IMU e imbullonati, proseguendo con IRES, IRAP e IRPEF: è il programma annunciato dal premier Matteo Renzi in materia di politiche fiscali. Diverse le reazioni, dal sì dei sindaci alle perplessità delle opposizioni e di aree della stessa maggioranza, come la sinistra del PD.

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La circostanza che il premier ha scelto per lanciare la proposta, l’assemblea del PD a EXPO 2015, fa pensare a una mossa o sfida politica che non manca di suscitare reazioni all’interno del partito, con l’ala sinistra che accusa il premier-segretario di demagogia sottolineando la somiglianza con simili annunci fatti, in passato, dall’ex premier Silvio Berlusconi. Il premier non solo non si sottrae al paragone ma in qualche modo rilancia, visto che prima ha parlato di “rivoluzione copernicana” nel rapporto fra Fisco e contribuenti e poi ha trasformato la proposta in un “patto con gli Italiani“, formula simile a quello che utilizzò Berlusconi nella campagna elettorale del 2001.

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Il “patto” Renzi

Renzi, però, a differenza del Cavaliere 15 anni fa, parla da premier: al di là delle considerazioni sull’opportunità e sul significato politico delle affermazioni, vediamo con precisione come si configura la proposta. Spiega:

«Se le riforme vanno avanti, saremo in condizione di abbassare di 50 miliardi in cinque anni le tasse agli Italiani».
  • Nel 2016 si potranno eliminare IMU e TASI prima casa, IMU agricola e tassa imbullonati.
  • Nel 2017 si prevedono interventi su IRES e IRAP, quindi sconti fiscali per le aziende.
  • Nel 2018, si potrà anche alleggerire l’IRPEF, par di capire intervenendo sugli scaglioni.
  • Renzi ha parlato anche genericamente di interventi sulle pensioni.

Copertura

Per finanziarie queste misure serviranno circa 35 miliardi, che si sommano ai 15 già recuperati per il bonus 80 euro ai lavoratori dipendenti e agli sconti IRAP per le imprese. Il tutto, collegando l’abbassamento delle tasse all’approvazione di riforme. Il premier non ha fornito molte indicazioni su quali saranno quelle che libereranno le risorse necessarie per tagliare le tasse, limitandosi a qualche anticipazione: sbloccare i 20 miliardi per investimenti e infrastrutture, far scendere la curva del debito un po’ meno del previsto, pur restando nei parametri europei. Insomma, puntare sulla crescita, si potrebbe riassumere. Non è una proposta improvvisata, secondo il premier:

«è un piano che stiamo studiando da circa sei mesi».

E qui si inseriscono le critiche, perché sia le opposizioni come Forza Italia, sia la sinistra del PD esprimono forti perplessità sulla fattibilità di questo taglio tasse. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi:

«siamo pronti a votare quei provvedimenti se venissero presentati, perché non siamo come la sinistra del tanto peggio tanto meglio», afferma, pur scettico: «c’è qualcuno che crede che lo possa fare davvero?»

Dalla sinistra del PD, il senatore Miguel Gotor para di:

«proposta demagogica che costituisce una cattiva quanto tardiva imitazione di Berlusconi».

Pareri positivi arrivano invece dai sindaci. Piero Fassino, presidente ANCI:

«ben vengano le proposte di Renzi per eliminare la TASI sulla prima casa e l’IMU sui terreni agricoli e ridurre l’IRES sulle imprese e l’IRPEF sulle famiglie», un programma che rappresenta una «grande occasione per chiudere anni di tagli e tasse e aprire finalmente una stagione nuova che superi il Patto di stabilità, restituisca autonomia ai Comuni, ridisegni finanza locale e politica fiscale garantendo risorse per servizi e investimenti»

Il banco di prova, conclude il sindaco di Torino, sarà la prossima Legge di Stabilità.