La pensione nel pubblico impiego: come restare in servizio

Risposta di Barbara Weisz

Pubblicato 20 Luglio 2017
Aggiornato 10 Gennaio 2021 12:19

Salvatore P. chiede:

Sono un impiegato del pubblico impiego, a gennaio 2018 avrò 42 e 10 mesi di servizio e circa 61 anni. Volevo chiedere se è possibile trattenersi in servizio alla luce della nuova riforma e non lavorando in un’amministrazione in sovrannumero. Esistono eventuali benefici ai fini del TFR e della retribuzione pensionistica?

Non mi risulta che la recente riforma del pubblico impiego modifichi sostanzialmente la disciplina del pensionamento per i dipendenti, quindi direi che lei può trattenersi in servizio pur avendo maturato la contribuzione necessaria per la pensione anticipata. Sarebbe diverso se lei avesse già maturato il requisito per la pensione di vecchiaia, dopo il quale in genere nelle pubbliche amministrazione c’è l’obbligo di ritirarsi.

E’ però previsto, dalla precedente riforma (dl 90/2015), che la pubblica amministrazione possa risolvere unilateralmente il contratto di lavoro nel caso in cui il dipendente abbia, come nel suo caso, raggiunto il requisito per la pensione anticipata. Lo stabilisce il comma 11 dell’articolo 72 del dl 112/2008, come riformulato dal sopra citato dl 90/2015, in base al quale la pubblica amministrazione, a decorrere dalla maturazione del requisito di anzianità contributiva per l’accesso al pensionamento, può risolvere il rapporto di lavoro.

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La decisione deve essere “motivata con riferimento alle esigenze organizzative e ai criteri di scelta applicati e senza pregiudizio per la funzionale erogazione dei servizi”. La circolare 2/2015 del Ministero per la Semplificazione specifica che, ai fini del rispetto dell’obbligo di motivazione sopra menzionato, la possibilità di licenziare il dipendente che ha raggiunto il requisito contributivo per la pensione “non necessita di ulteriore motivazione quando l’amministrazione interessata abbia preventivamente determinato, in via generale, appositi criteri applicativi con atto generale di organizzazione interna”.

Quindi se, per esempio, nella pubblica amministrazione presso cui lei lavoro, c’è un regolamento specifico che impone la risoluzione del rapporto al raggiungimento di un determinato requisito, le dovrà necessariamente andare in pensione. Da quanto lei scrive, però, mi sembra che non sia il suo caso.

Per quanto riguarda i vantaggi, non credo esistano benefici specifici, la convenienza risiede nel fatto che la pensione sarà più alta in virtù dei contributi versati.

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