Partite IVA: il lavoro autonomo nella crisi italiana

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 28 Giugno 2012
Aggiornato 11 Luglio 2012 16:16

Partite IVA in Italia e utilizzo ad ampio spettro degli autonomi anche in azienda: la Riforma del Lavoro modifica lo scenario penalizzando le assunzioni di collaboratori e aumentando la contribuzione previdenziale.

Il mondo dei lavoratori autonomi vive da anni continue trasformazioni, che anziché migliorare il contesto delle partite IVA ha contribuito a generare un clima di flessibilità ma anche incertezza.

Il lavoro autonomo – come emerge dalla ricerca del Laboratorio di Politiche Sociali del Politecnico di Milano contenuta nel volume “Partite IVA. Il lavoro autonomo nella crisi italiana” -riguarda oggi una platea vastissima.

Non stiamo parlando infatti dei artigiani o degli iscritti ad ordini ed albi ma di un ampio spettro di professioni che, in seguito ai recenti trend sulle assunzioni in Italia,  coinvolge anche la forza lavoro giovanile e femminile.

In particolare informatici, grafici, comunicatori piuttosto che intermediari finanziari e immobiliari, che si aggiungono a commercianti, ingegneri, architetti e medici.

Contratti

Di fatto, si sono moltiplicate le figure del lavoro terziario, principalmente a causa della frammentazione produttiva e dalla esternalizzazione al solo fine di ridurre i costi: “assumendo” Partite IVA con contratti di consulenza si risparmia sui costi del contratto, rispetto a quelli sostenuti per il lavoro subordinato e dipendente.

Questa tendenza comporta il rischio – sanzionato dalla nuova Riforma del Lavoro – di privare dell’autonomia il lavoratore autonomo, che risulterebbe nei fatti equiparabile al lavoratore subordinato.

Ad oggi, solo il 44% dei lavoratori individuali dispone realmente di piena autonomia nel proprio lavoro e soprattutto tra i giovani la difficoltà del lavoro realmente autonomo diventa più evidente.

Imposizione e contributi

In un quadro come questo non aiutano le nuove norme previste dal governo Monti e contenute nella Riforma del Lavoro 2012 (Art. 57), che prevede l’aumento contributivo fino :

  • 27% per il 2012
  • 28% per il 2013
  • 30% per il 2015
  • 31% per il 2016
  • 32% dal 2017
  • 33% dal 2018

Scarica il Ddl Lavoro

Una posizione decisa quanto discutibile, soprattutto perché rende vano l’incontro tra il ministro del Welfare Elsa Fornero e i rappresentanti delle associazioni del terziario avanzato, oltre che la prima audizione parlamentare dedicata alle partite IVA.

Di fatto, il mondo delle partite IVA sta evidenziando un distaccamento netto tra coloro che utilizzano il meccanismo dell’IVA per necessità, rimanendo precari e praticamente subordinati, e i veri imprenditori di sé stessi che riescono a sbarcare il lunario.