Voucher lavoro, nuova tracciabilità dei buoni

di Barbara Weisz

Pubblicato 23 Marzo 2016
Aggiornato 30 Marzo 2016 11:35

Voucher lavoro sempre più utilizzati: per evitare illeciti, il Ministero introduce la tracciabilità dei buoni e maggiori controlli.

voucher lavoro sono un utile strumento per contrastare il lavoro irregolare ed è più che raddoppiato – nel giro di due anni – il numero di lavoratori retribuiti con i buoni per il lavoro accessorio. Per potenziarne l’impatto, il Governo introduce nuove misure per impedire comportamenti abusivi, con regole simili a quelle per il lavoro a chiamata. In particolare, il Ministero preannuncia di voler rendere interamente traccibili queste forme di pagamento. A a questo scopo, le imprese dovranno comunicare preventivamente, in modalità telematica, nominativo e codice fiscale del lavoratore, data, luogo e durata della prestazione lavorativa.

=> Voucher lavoro: pro e contro

Report sui voucher lavoro

Utilizzo: 1 milione 392mila 906 lavoratori retribuiti con i voucher nel 2015 (erano 24mila 437 nel 2008, superano quota 100mila nel 2010, diventano 600mila nel 2013, e superano il milione nel 2014).

Importo medio riscosso da un lavoratore:  633 euro. Non si registra un impatto positivo della misura introdotta dal Jobs Act, che dal giugno 2015 prevede l’aumento a 7mila euro del compenso complessivo massimo del lavoro accessorio. Il 64% dei lavoratori ha preso voucher fino a 500 euro di valore complessivo, solo lo 0,4% supera i 5mila euro.

=> Voucher lavoro, liberalizzazione nel Jobs Act

Ricorso: fra i lavoratori pagati con i voucher c’è un’alta percentuale di giovani, il 31% (quindi, quasi u terzo), ha meno di 25 anni. L’importo medio lordo percepito nell’anno è più alto tra gli ultra 60enni (762 euro per i lavoratori in età compresa tra i 60 e i 65 anni, 700 euro per gli over-65), mentre i più giovani hanno riscosso in media un numero di voucher per un importo pari a 554 euro.

Voucher venduti nel 2015 sono stati 114 milioni 925mila 180, con una crescita del 66,1% SUL 2014, ma solo 88 milioni 140mila 789 sono stati riscossi (resta quindi alta la percentuale di voucher lavoro che non vengono cambiati). I settori in cui risulta un maggior utilizzo dei voucher lavoro sono il commercio, 14,9%, il turismo, 14,4%, e i servizi, 11,4%. Ecco, in base a un’analisi dell’INPS riferita al 2014, come si compone la platea dei lavoratori retributi con i voucher: su circa 1 milione, 400mila risultano privi di altra posizione, 168mila percettori di indennità di disoccupazione e/o mobilità, 281mila attivi come lavoratori dipendenti e 97mila percettori di una pensione.

In base a quanto risulta dall’attività ispettiva, il comportamento illegale più diffuso, in relazione all’utilizzo dei voucher lavoro, consiste nell’utilizzo del lavoratore per più ore o più giornate rispetto a quelle dichiarate, oppure nel pagamento di parte della retribuzione in nero. L’attività di controllo, in base a quanto previsto dal Jobs Act, viene ora svolta dall’Ispettorato del Lavoro, che unifica le attività prima frammentate fra ministero, INPS e INAIL.