Memorie flash USB: e la sicurezza dei dati?

di Sergio De Falco

Pubblicato 26 Settembre 2007
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:46

In seguito all’informatizzazione degli uffici, abbiamo assistito – anche nelle piccole e medie imprese – alla trasformazione di documenti e archivi cartacei in meno ingombranti “files”.

Da questo passaggio sono sorte diverse problematiche, che possono far storcere il naso ai più tradizionalisti: una di queste, se non la più importante, è la sicurezza dei dati.

Supporti come dischi fissi e floppy disk risultano infatti troppo delicati per potervici archiviare dati importanti, e inoltre quella dell’hard disk non sembra una soluzione pratica perché strettamente legato al sistema sul quale è installato: ne consegue l’impossibilità  di trasporto nonchè la soggezione al funzionamento di un singolo sistema.

La soluzione è sicuramente l’utilizzo di quelle che al giorno d’oggi sono conosciute come “pennette USB” (o “chiavette”), che permettono la memorizzazione di diversi giga di dati in pochi centimetri, grazie all’utilizzo di piccole memorie flash. Ma si tratta di prodotti sicuri?

Le memorie flash USB hanno infatti riscontrato immediatamente un grosso successo. Successo che ha portato però sul mercato anche esemplari a basso costo che (per quanto economici) soffrono di dubbia affidabilità : il rischio è la presenza di componenti di scarsa qualità  possono danneggiarsi irrimediabilmente, causando la perdita di tutti i dati in essa presenti.

Come proteggerci allora da una tale minaccia? Prima di tutto, sicuramente, conservando sempre una copia di backup dei dati sul proprio PC; poi affidandosi a marche conosciute nel settore, come Kingston, SanDisk, Corsair, Transcend che rappresentano il top in questo tipo di soluzione.

La sicurezza però non è solo sinonimo di affidabilità  tecnica. Spesso, infatti, sulle chiavette si conservano dati sensibili, e con dispositivi così piccoli non è un’ipotesi remota che possano finire in altre mani. Per questo tipo di dati sono disponibili sul mercato soluzioni ideate ad hoc, dotate di complessi sistemi hardware che proibiscono ai normali utenti di accedere ai files in esse contenuti.

Una prima possibilità  è quella adottata da Corsair nella Flash Padlock, descritta anche in una news di PMI.it (la vedete nella foto qui a sinistra). Dotata di un tastierino numerico, impedisce l’accesso a chi non conosca un codice PIN, facilmente personalizzabile dall’utente: la protezione entra in funzione al momento della disconnessione dalla porta USB, per cui non è richiesto alcun intervento da parte dell’utente e non è quindi possibile lasciare, per dimenticanza, la pennetta sprotetta.

Un’altra soluzione, che invece fa uso di una tecnologia più avanzata, è quella adottata da Transcend. Nella sua Jetflash l’azienda introduce infatti un lettore biometrico, in grado di riconoscere l’utente dalle sue impronte digitali. Niente password da ricordare quindi, solo una semplice procedura per la memorizzazione delle proprie impronte ed i dati saranno al riparo da indiscreti.

Si tratta solo di alcuni esempi, ovviamente. Quello delle “archiviazione sicure” è sempre stato un mercato molto florido e ricco di soluzioni diverse, che prevedibilmente andranno a toccare anche le memorie flash.