Chissà quante persone hanno ancora, in soffitta oppure anche fra gli scaffali della libreria, l’album di Abbey Road. Su quella copertina, celeberrima, apparve per la prima volta un simbolo che oggi, a oltre quarant’anni di distanza, una delle più famose aziende del mondo vuole aggiudicarsi. È la Apple di Steve Jobs il quale, come è facile intuire, è il titolare dell’altro grande marchio che trae ispirazione dalla mela e che ora ha presentato all’ufficio europeo marchi e brevetti la domanda per utilizzare in esclusiva il marchio della mela verde, varietà Granny Smith.
È l’ultimo capitolo di una battaglia giudiziaria che per decenni ha visto l’una contro l’altra armate l’azienda di Cupertino e la Apple Corps, quella dei Beatles.
La pace fu sancita nel 2007, con un accordo in base al quale la società hi-tech americana ottenne il diritto di usare il marchio della mela in cambio di 500 milioni di dollari. Poi ancora nel novembre scorso ci fu lo storico sbarco sull’iTunes del catalogo dei Beatles. E adesso Jobs vuole anche la mela verde, quella dell’etichetta discografica del quartetto di Liverpool, per utilizzarla in 14 aree diverse: hardware, giochi, pubblicità, social network, strumenti musicali, abbigliamento.
Nell’attesa di vedere in che modo poi concretamente il marchio di questo novello pomo della discordia verrà utilizzato, a tenere banco a Cupertino sono le vendite dell’ultimo nato, l’iPad2. La commercializzazione è iniziata negli Usa venerdì scorso (in Italia arriverà il 25 marzo), e nel primo week end sono stati venduti 500mila pezzi, per non parlare delle code interminabili davanti ai negozi, che hanno registrato il tutto esaurito.
Grande successo di vendite, dunque, come si poteva prevedere, ma il nuovo device ha anche qualche probelma. Due i difetti che sono stati segnalati dagli utenti, entrambi riguardano lo schermo. Il primo riguarda la luminosità: in pratica si formano dei piccoli fasci luminosi ai bordi del display, cosa che succede soprattutto quando si guardano film particolarmente scuri oppure si usano applicazioni con sfondo nero. C’è poi una seconda anomalia, per cui si formano sempre sul display delle macchie giallastre. È possibile che, in entrambi i casi, si tratti di un problema passeggero, determinato dal fatto che non si è ancora asciugato l’adesivo usato per sigillare il display. Se così fosse, il problema si risolverebbe da solo nel giro di pochi giorni.