Certe volte viene da chiedersi perchè in Italia non ci sia niente di simile alla Silicon Valley californiana. In queste ore due delle più importanti notizie che arrivano dal mondo hi-tech internazionale hanno, fra i protagonisti, due italiani. Il primo è Federico Faggin, inventore del microprocessore, che proprio ieri ha compiuto 40 anni. Il secondo si chiama Massimo Marchiori, che non è solo uno dei padri dell’algoritmo “Hyper-Search”, ma che sta per lanciare quello che il popolo della rete ha già ribattezzato come il Google italiano: un nuovo motore di ricerca, che si chiama Volunia e si presenta come molto innovativo.
Partiamo da questo nuovo motore di ricerca. Il lancio è previsto, su scala internazionale, entro la fine dell’anno. Ad annunciarlo, lo stesso Marchiori, sul sito web dedicato a Volunia. Sul quale per ora non c’è il motore di ricerca, ma un video di presentazione e il lancio di un’iniziativa per diventare power users, ovvero essere selezionati per provare una versione beta.
Ma come sarà questo Volunia? «E’ un motore di ricerca ma non un classico motore di ricerca» spiega Marchiori. Quindi, non «un Google migliorato del 10%» ma un servizio che promette di dare «una nuova prospettiva, una prospettiva totalmente diversa da quella che i motori di ricerca normali vi hanno finora dato». Lui spiega che l’idea gli è venuta qualche anno fa, e che aggiunge che gli è sembrata «talmente bella che ora siamo qui a proporvela, perché è stata realizzata».
Il progetto, per definizione del suo stesso creatore, è «ambizioso», sarà realizzato e lanciato in ambito mondiale. Il motore di ricerca sarà disponibile da subito in 12 lingue, con contenuti da tutto il mondo. E lo slogan promette innovazione: «Una differente esperienza del web», che in inglese diventa «a different web experience». Difficile non pensare a quel “think different” della Apple di Steve Jobs che è uno degli slogan più celebri, e di maggior successo, del mondo.
Dunque, sembra che Volunia voglia lanciare una sfida ai grandi del web e dell’hi-tech. L’avversario, naturalmente, dovrebbe essere Google, leader incontrastato della ricerca sul web. Del resto, Massimo Marchiori è l’inventore di Hyper Search, un algoritmo che è stato particolarmente importante per la successiva formulazione di Page Rank, la creatura di Larry Page e Sergey Brin. Dunque, come si legge su Wikipedia, «senza di lui Google non sarebbe stato possibile».
Massimo Marchiori, quarantenne padovano, è professore associato all’Università degli Studi di Padova, e ricercatore scientifico del W3C, l’organismo di Tim Berners Lee, il fondatore di Internet. Fra i riconoscimenti che ha meritato, nel 2004 il premio TR100 della Technology Review che viene assegnato ai 100 giovani ricercatori più innovatori del mondo.
Insomma, un italiano ad alto tasso di innovazione, che lavora in America (dove ha sede il W3C) ma anche in Italia. Il team di Volunia è tutto italiano, e lo sono anche i capitali.
Invece, non ha praticamente mai lavorato in Italia Federico Faggin, il fisico vicentino padre del micropocessore, quest’anno premiato dalla Casa Bianca con la medaglia per Tecnologia e Innovazione. La sua creatura, il processore 4004, è targata Intel. Lui ne è il padre insieme ai colleghi americani Stanley Mazor e Ted Hoff: il 4004, primo cervello di un pc, fu annunciato dalla Intel il 15 novembre del 1971.
Un’invenzione che, come ricorda Dario Bucci, amministratore delegato di Intel Italia e Svizzera, «ha segnato l’inizio di una rivoluzione digitale che deve ancora mostrare altre grandi evoluzioni».
In 40 anni i processori sono cambiati parecchio: molto più piccoli, potenti e, soprattutto veloci. L’Intel 4004 andava a 740 kilohertz, un Intel Core di seconda generazione raggiunge i 4 Ghz. Significa una frequenza esponenzialmente maggiore.
Bucci fornisce qualche cifra: «Rispetto all’Intel 4004, gli attuali processori Intel Core di seconda generazione hanno prestazioni 350.000 volte superiori, e ogni transistor consuma una quantità di energia inferiore di circa 5.000 volte. In questo stesso periodo, il prezzo per transistor è diminuito di circa 50.000 volte».
Oltre al processore, anche la carriera di Federico Faggin in 40 anni ha fatto parecchi passi avanti. Ha lasciato Intel nel ’74, e ha fondato una lunga serie di aziende di successo (Zylog, Cygnet Technologies, Synaptics, Foveon).