Banda larga: 800 mln Cipe anche per le imprese?

di Alessandra Gualtieri

19 Ottobre 2009 15:00

La banda larga serve alle Pmi italiane per tornare competitive e non perdere il treno dell'innovazione: le promesse di Brunetta sui fondi Cipe potrebbero cambiare il volto delle imprese dal 2010

Il Ministro per l’Innovazione e la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta promette a tutti gli utenti italiani una connessione Internet a banda larga a 2 Mega dal 2010, sulla scia del lodevole esempio della Finlandia, dove il broadband è un diritto di ogni cittadino.

Entro fine anno, dopo il colloquio con Berlusconi, Brunetta si dice fiducioso sull’imminente stanziamento Cipe da 800 milioni di euro per il completamento dell’infrastruttura necessaria: «c’è la crisi. Ma penso che entro fine anno daremo il via».

Un piano ambizioso, elaborato in accordo con il ministero dello Sviluppo economico e quello delle Comunicazioni, che dovrebbe creare 50mila posti di lavoro e consentire a privati e aziende di sfruttare l’innovazione per digitalizzare le consuete attività, comprese quelle imprenditoriali.

Una necessità primaria per le aziende – e non solo per le imprese IT e New Media – oltre che un pieno diritto di tutti: l’IT italiano sta crollando oltre le attese e le lacune infrastrutturali contribuiscono ad ingigantire il gap con le imprese estere sui mercati internazionali.

In Italia, secondo il Broadband Scorecard dell’ECTA (European Competitive Telecom Association), la disponibilità di accesso web in banda larga è limitato al 20,3% della popolazione (contro il 23,5% della media europea) collocandoci 16esimi in classifica.

Non solo: in base all’Index elaborato da Oxford University e Oviedo, siamo solo 38esimi al mondo (su una scala da 1 a 100) per qualità e velocità della banda larga.