Ombre sul mercato italiano delle tlc, in cui si complica il ruolo delle NGN (Next Generation Networks): i piani di rete presentati da Telecom Italia non contemplano tra gli impegni vincolanti – volti a garantire apertura ai concorrenti con l’accesso all’infrastruttura – la fibra ottica.
Nei piani illustrati al Garante ai Commissari dell’Authority per le Comunicazioni, è presente solo l’attuale infrastruttura in rame, in quanto l’operatore rimanda al Governo gli obblighi regolamentari in termini di procedure di autorizzazione e fondi pubblici.
Per quanto riguarda la condivisione delle infrastrutture per la rete di nuova generazione, Telecom ha comunque firmato un accordo con Fastweb, che prevede di replicare presto anche con Vodafone, Wind e altri gestori.
Il rischio temuto da molti, però, è il monopolio delle reti NGN: un problema che tocca anche il mercato della banda larga e ultra-larga, e che rappresenta il terreno di competizione del futuro.
Per l’AgCom e gli operatori alternativi, sarà dunque necessaria una mediazione, oltre che un costante monitoraggio sulla neutralità con cui opererà Open Access, la struttura dedicata alla rete di accesso.
Entro i prossimi due mesi Telecom potrà integrare il documento presentato, per poi passare al vaglio di una consultazione pubblica e subire infine ulteriori modifiche in base alle osservazioni dei concorrenti, che lamentano scarsa apertura della rete e quindi pocospazio per lanciare offerte copetitive.
L’intero iter dovrebbe concludersi entro l’anno. L’obiettivo è ottenere un rafforzamento delle misure di separazione amministrativa e contabile previste dalla n. 152/02/CONSe, una sorta di propria separazione funzionale tra rete e gestione commerciale e grantire al mercato equità e trasparenza.