Cappello rosso per la Giustizia italiana

di Roberta Donofrio

10 Giugno 2008 11:30

Il Ministero di Giustizia adotta Red Hat Enterprise Linux, la piattaforma informatica open source che consentirà di gestire gli applicativi della Giustizia Civile

Altro che toghe… da oggi i giudici italiani metteranno il cappello rosso. Il Ministero di Giustizia ha, infatti, ufficializzato la scelta delle soluzioni open source Red Hat Enterprise Linux per informatizzare le procedure giudiziarie.

Nel 2001 è stato istituito il sistema Processo Civile Telematico (PCT), progettato dal Ministero della Giustizia con l’obiettivo di automatizzare i flussi informativi in merito ai processi civili tra utenti esterni, tra cui avvocati e amministrazioni pubbliche e uffici giudiziari. All’interno di questo software confluiscono tutte le attività svolte dal Ministero: dalla gestione degli archivi notarili alla vigilanza sugli ordini professionali, dalla cooperazione internazionale in materia civile e penale all’istruttoria delle domande di grazia da proporre al Presidente della Repubblica.

E da oggi saranno affidati a Red Hat Enterprise Linux tutti gli applicativi Web-based della Giustizia Civile utilizzati presso tutti gli uffici giudiziari, vale a dire cognizione ordinaria, esecuzioni civili e uffici dei Giudici di Pace. Le soluzioni della nuova piattaforma open source consentiranno non solo di ottimizzare le prestazioni ma anche di ridurre notevolmente il costo delle infrastrutture informatiche.

«È un onore per Red Hat Italia accogliere tra i nostri clienti il Ministero di Giustizia – ha dichiarato Gianni Anguilletti di Red Hat Italia – Il mercato della pubblica amministrazione è da sempre uno dei nostri punti di riferimento, e questo nuovo successo mostra come le nostre soluzioni siano sempre più apprezzate in questo ambito, per le loro prestazioni e la loro affidabilità».