Le immagini grafiche di questi ultimi, acquisite a mezzo scanner da personale specializzato anche nella manipolazione dei testi antichi, sono state poi in una prima fase riversate solo su cd-rom, e successivamente anche in rete, insieme alla collezione di circa 47.000 articoli giuridici digitalizzati sin dal 1998 e consultabili anch’essi online. Motore dell’intero sistema telematico è EOL (Emeroteca On Line) software prodotto all’interno della medesima Facoltà, su piattaforma SQL Server, dalle prestazioni talmente elevate da essere stato adottato anche dalla Biblioteca della Camera dei Deputati, dall’ITTIG del CNR e da altre prestigiose istituzioni nazionali.
In tal modo la Biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza, prima fra le Biblioteche dell’Ateneo catanese, ha inteso raggiungere tramite le nuove tecnologie non solo gli obiettivi, fino a qualche anno fa antitetici, di conservazione ottimale del proprio patrimonio librario e di libera fruibilità da parte dell’utenza, ma anche il traguardo dell’allineamento con tutte le altre Università italiane che già da tempo avevano sviluppato progetti di digitalizzazione libraria.
Questa copiosa attività di digitalizzazione vale inoltre ai fini dell’inserimento dell’Università etnea nel circuito on line del progetto europeo MICHAEL (Multilingual Inventory of Cultural Heritage in Europe (Inventario Multilingue del Patrimonio Culturale Europeo).
Si tratta di un progetto nato dalla collaborazione fra i tre paralleli Ministeri per i Beni Culturali Italiano, Francese e Britannico, che si propone la creazione di un portale multilingue per l’accesso alle collezioni culturali digitali in possesso dei tre rispettivi paesi. L’Università di Catania accogliendo l’invito della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) ha aderito a tale progetto ed il Centro Biblioteche e Documentazione si è assunto il compito di censire tutto quanto digitalizzato: libri, articoli, fotografie, mappe, musica, ecc.
L’inserimento in rete di una sempre maggior quantità di documenti costituirà sicuramente un notevole passo avanti anche per l’Università di Catania e per le sue biblioteche – geograficamente periferiche rispetto ai centri della cultura europea – nell’acquisizione di una maggior visibilità all’interno del mondo culturale virtuale, dove non esistono distanze fisiche ma solo servizi di qualità più o meno alta.