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Panda Software progetta una protezione collaborativa

di Gianluca Rini

Pubblicato 24 Settembre 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:49

La società produttrice di software per la sicurezza Panda Software ha presentato, nel corso della conferenza in cui sono state spiegate al pubblico le caratteristiche delle nuove soluzioni software per la protezione del computer e del sistema operativo, i risultati di un’analisi che ha coinvolto nei mesi precedenti ben cinque milioni di computer in tutto il mondo, che sono stati analizzati alla ricerca di malware attivo o latente presente nei sistemi operativi.

È emerso che circa il 90% dei computer presi in esame è potenzialmente infettato da malware nascosto e che il 30% è già sotto l’infezione di software pericoloso attivo nel sistema.

Inoltre le analisi effettuate dai laboratori Panda hanno dimostrato anche che il 43% dei computer nel mondo non hanno quei software necessari a garantire una protezione adeguata contro le minacce alla sicurezza del sistema operativo e dei dati personali.

Roberto Casetta, vice presidente del reparto vendite per America ed Europa, ha dichiarato, presentando i risultati:

Se vi collegate a una rete pubblica, in meno di un’ora il nostro software intercetterà una quarantina di programmi che cercano di violare il vostro sistema

Quello verso il quale punta l’azienda è un sistema rivolto più verso una cooperazione globale di tutti gli utenti che utilizzano i prodotti Panda. Tutti gli utenti collegati ad Internet faranno riferimento non più ad un database di firme che rischia di diventare sempre più obsoleto, ma ad un unico sistema centrale che analizzerà tutte le esperienze e i dati raccolti da tutti gli utilizzatori dei software Panda.

Una sorta di operazione di catalogazione, analisi e monitoraggio effettuata quasi inconsapevolmente da ogni singolo utente, per il beneficio di tutti e a favore di un miglioramento delle prestazioni di ogni singolo sistema operativo. L’azienda garantisce che i dati raccolti dagli utenti servirebbero solo per queste analisi e che non sarebbe in nessun modo compromessa la privacy di chi utilizza i software e condivide le informazioni via Internet.