I politici e il Web 2.0

di Noemi Ricci

11 Gennaio 2008 09:00

Blog, WebTv, Second Life: gli strumenti del Web 2.0 possono avvicinare i politici ai cittadini. In USA, Gran Bretagna e Francia è un'attività consolidata, mentre in Italia stenta a decollare

La comunità è stimolata alla partecipazione attraverso diverse attività come diffondere banner o cartoline, scrivere a un amico, inviare un sms, partecipare a una radio o a un blog. Inoltre è possibile entrare con il proprio blog nella lista di blogger democratici, i contenuti verranno utilizzati come spunto per i dibattiti.

Anche Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni, possiede un proprio blog, che mantiene aggiornato con regolarità, in cui commenta personalmente i fatti politici più importanti, con tanto di blogroll dei siti preferiti e commenti non filtrati, esponendosi così senza remore anche a critiche e contestazioni a cui risponde personalmente.

Il Web per avvicinare i cittadini alla politica

Così, in un periodo in cui si parla molto di crisi della politica, di distacco dei politici dalla società, evocando addirittura lo spettro del ’92, la maggioranza della classe politica sembra sottovalutare il problema e l’importanza della comunicazione. Internet potrebbe rappresentare, in tale ottica, non solo una vetrina o un mezzo per fare semplicemente propaganda, dove l’utente rimane passivo, ma l’innovazione necessaria ad avvicinare gli elettori alla classe dirigente tramite discussioni e confronti. Con i nuovi mezzi che il Web offre i politici hanno tutti gli strumenti necessari ad interagire con i cittadini, come ad esempio posta elettronica, bacheche, chat, forum e quant’altro.

Così come avviene già in altri paesi come ad esempio gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna. Ad esempio Tony Blair ha aperto un canale su YouTube per inviare un video di congratulazioni ai francesi e al neo-eletto Nicolas Sarkozy. In America 17 membri del Congresso, 5 governatori e dei vice governatori, oltre 50 parlamentari dei singoli stati, 19 sindaci, 11 city managers, 10 dipartimenti di Polizia e vigili del fuoco, 8 presidenti di università e college hanno un blog e 3 commissioni parlamentari sono dotate di diario virtuale.

Da noi invece, solo i pochi esempi citati hanno compreso l’importanza di sfruttare a pieno le grandi opportunità che il Web offre. A trascurare queste potenzialità in primis i politici del centrodestra, tra cui annoveriamo, solo a titolo esemplificativo personaggi del calibro di Berlusconi, Fini, Casini, Bossi che ancora non possiedono neanche un proprio sito personale o un proprio blog.

Questo atteggiamento, insensibile all’evolversi delle forme comunicative ed all’avanzamento tecnologico, va sì a scapito sia degli uomini politici, ma soprattutto dei cittadini. Al contrario, un atteggiamento aperto verso queste nuove prospettive potrebbero far riavvicinare molti utenti alla politica, dando al cittadino il duplice diritto di accedere alle informazioni e di essere informati. I cittadini, sentendosi ascoltati potrebbero fornire un’importante strumento di feedback, fondamentale per monitorare gli atteggiamenti di potenziali elettori di fronte alle scelte dei partiti.