Se il manager si chiama Costacurta

di Barbara Weisz

21 Settembre 2010 15:45

L'ex calciatore fra i primi diplomati della Sport Business Academy, che presenta anche un libro sul rapporto fra leadership, sport e management

«Cosa possono imparare i manager dagli allenatori di squadre sportive? E cosa possono imparare gli allenatori dai manager?» A chiederselo sono due docenti dell’Università Bocconi di Milano, Paolo Guenzi e Dino Ruta, che al tema hanno dedicato un libro: “Team leadership. Idee e azioni tra sport e management”.

Il volume, presentato ieri, si inserisce nelle iniziative della Sport Business Academy, un progetto della Rcs Sport e della SDA Bocconi lanciato nell’aprile scorso, e che comprende una serie di corsi specifici. Ebbene, fra i diplomati del primo ciclo di lezioni, dedicate alla formazione executive in “Sport Manager. Programma di sviluppo delle competenze manageriali” c’è anche Billy Costacurta.

«È stata un’esperienza affascinante e utile», ha dichiarato l’ex difensore del Milan e della Nazionale, ritirando il diploma. Ma il calciatore non è l’unico nome noto fra i primi 25 “studenti” usciti dalla scuola di sport e management: fra loro anche il cestista Gianmarco Pozzecco e il rugbista Massimo Giovanelli. In vista, c’è la partenza di un nuovo corso, il 27 settembre, questa volta dedicato a “Sport marketing, sponsorship and event management”.

Guenzi e Ruta, i due autori del libro, fanno parte della Sport Business Academy, e con il loro lavoro hanno cercato di offrire un contributo nuovo allo studio di una disciplina che ha il preciso scopo di coniugare le competenze necessarie per diventare un campione sportivo con quelle invece più proprie del management. Uno sforzo non solo utile al mondo dello sport, in cui è sempre più frequente vedere ex atleti che assumono incarichi manageriali, per non parlare dell’utilità di competenze dirigenziali per chi per esempio deve allenare una squadra, ma che è anche di interesse per chi invece deve gestire un’azienda.

Il concetto di fondo è la leadership. «Abbiamo condotto un’analisi approfondita degli studi sull’argomento realizzati sia nell’ambito manageriale che in quello sportivo», scrivono i due autori, che hanno analizzato testi scritti da allenatori, nazionali e internazionali, interviste, altri studi sull’argomento, hanno analizzato il comportamento dei “mister” sul campo, hanno confrontato le loro strategie con quelle di impresa. Un percorso durato quattro anni.

«La nostra sfida è stata quella di conciliare la prospettiva empirico-aneddotica nata dall’esperienza sul campo di protagonisti dello sport di squadra con quella più scientifica delle ricerche condotte in ambito accademico e manageriale», spiegano ancora.

E così vengono analizzati i punti di contatto, e le differenze, fra sport e impresa, viene approfondito il concetto di team leadership, utile sia per gli allenatori che per i manager, che viene per esempio coniugato attraverso quattro livelli: motivazione individuale, spirito di squadra, sincronizzazione organizzativa e reputazione dell’ambiente. Il testo si arrichisce di 18 interviste ad altrettanti allenatori. Qualche esempio? Carlo Ancelotti, Serse Cosmi, Marcello Lippi, Arrigo Sacchi, Dan Peterson. E c’è una postfazione di Julio Velasco.

Gli autori nell’introduzione esprimono la speranza di «dare un piccolo contributo anche al progresso del nostro Paese, che è alla ricerca di un modo più organizzato, responsabile, meritocratico e collaborativo di lavorare insieme e fare squadra».