E’ iniziato il confronto tra dirigenza della banca Monte dei Paschi di Siena e i sindacati. Sul piatto c’è la discussione del piano industriale che va dal 2012 al 2015 che prevede la chiusura di 400 sportelli in tutta Italia e il conseguente taglio di circa 4600 posti di lavoro.
Il tavolo delle trattative arriva dopo una serie di agitazioni culminate una decina di giorni fa nello sciopero generale dei dipendenti dell’istituto di credito guidato da Alessandro Profumo, che contestavano in toto la strategia aziendale.
Dal canto suo, l’azienda si è detta pronta a lavorare insieme alle organizzazioni sindacali per individuare gli sportelli da chiudere, in modo da influire il meno possibile sull’occupazione. Ma sul piatto c’è anche un’altra questione spinosa, che riguarda la possibilità che 2.350 dipendenti di Mps entrino nell’organico di aziende esterne, che dovrebbero prendersi carico di alcune attività non strettamente collegate al “core business” della banca.
I sindacati si sono già detti contrari anche a quest’ultima misura perché “non ha nulla a che fare col piano industriale e con il taglio dei costi comunicato dai vertici aziendali”.
Intanto, sul fronte delle vendite di quote azionarie Banca Mps ha reso noto che la cessione della partecipazione in Banca popolare di Spoleto dovrà avvenire nel giro di 6 mesi. Mps ha sottolineato che in data 27 luglio ha disdetto il patto parasociale con Spoleto credito e servizi società cooperativa (Scs) relativo al suddetto istituto di credito.
“Come conseguenza della disdetta, Scs ha l’obbligo di acquistare, o far acquistare (nel caso della partecipazione in Scs), dette partecipazioni entro 6 mesi dalla data della disdetta”, spiega la nota.