Cresce la percentuale dei datori di lavoro che pone la salute dei dipendenti in cima alle priorità aziendali, sempre più consapevoli della necessità di garantire il benessere delle risorse umane e dei vantaggi portati dalla promozione di efficaci strategie di welfare.
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Secondo una recente ricerca condotta su un campione di 892 aziende degli Stati Uniti, Canada, Cina, Singapore e India, ammonta al 94% la percentuale delle società che mette in atto iniziative concrete per favorire la salute dei dipendenti sulla base di un principio che sta trovando una sempre maggiore diffusione: una forza lavoro più sana è una forza lavoro più produttiva.
Stando ai risultati della ricerca, tuttavia, sono proprio i dipendenti a rappresentare il principale ostacolo per migliorare il successo dei programmi di promozione della salute, mostrando poco coinvolgimento.
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La tendenza dominante sembra essere quella di erogare bonus periodici ai dipendenti che partecipano attivamente ai progetti welfare proposti in azienda, come anche quella di concedere premi o avviare sanzioni sulla base del minore o maggiore consumo di tabacco o del rispetto di alcuni standard legati all’indice di massa corporea, alla pressione sanguigna e ai livelli di colesterolo.