Viviamo una fase di profonda trasformazione, anche se, come tutte le rivoluzioni, nel nostro Paese quella digitale stenta a trovare la giusta via per affermarsi. La figura del manager moderno non può permettersi di perdere il treno dell’innovazione, ma molto spesso i dati parlano chiaro e si assiste ad un grave impasse.
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Lo dimostra anche lo studio “Embracing Digital Technology: A New Strategic Imperative” condotto con interviste a oltre 1500 dirigenti e manager di tutto il mondo dalla MIT Sloan Management Review in collaborazione con Capgemini Consulting.
Ben il 63% degli intervistati dichiara che i progressi tecnologici della propria azienda siano troppo lenti e che la causa principale di tutto ciò sia da individuarsi nella mancanza di un senso di urgenza. Il 78% dichiara che per i due anni prossimi si dovrà attuare una vera e propria trasformazione digitale se si vuole rimanere attivi sul mercato.
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Questa trasformazione deve essere a tutto tondo, sia nell’organizzazione interna dell’azienda sia nel rapporto col cliente, che verrà così facilitato nella comunicazione. La necessità di questo tipo di cammino è evidente a tutte le aziende, ma solo il 15% lo sta effettivamente percorrendo. Se deve essere l’amministratore delegato la figura centrale di questa spinta verso il digitale, anche i dipendenti devono essere coinvolti, sviluppando una strategia fatta di piccoli gruppi di lavoro e progetti pilota. Infatti i dipendenti, pur condividendo in teoria le scelte dei dirigenti spesso faticano ad accettare le modifiche apportate. La leadership in questo caso, quindi, si misura con la capacità di coinvolgere nel cambiamento tutti i gradi dell’azienda.