Il leader imperfetto

di Teresa Barone

28 Agosto 2015 08:30

La leadership è più forte se si ammette di non essere infallibili, con sé stessi e con gli altri.

Nessuno è infallibile e nessuno dovrebbe pretendere di mostrarsi agli altri come tale, leader compresi.

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Pretendere di incarnare la perfezione e di essere percepito come invincibile può avere conseguenze negative per chi occupa un ruolo di responsabilità, conducendo inevitabilmente alla perdita di credibilità.

Lo afferma una ricerca condotta dallo psicologo Elliot Aronson, indagine volta a dimostrare proprio che i leader disposti a mostrare la loro vulnerabilità riescono a rafforzare la loro posizione ed esercitano una maggiore influenza. 

Ammettere un errore, ad esempio, mostra la volontà del capo di voler fare tesoro di una esperienza anche se negativa, fornendo nel contempo un modello comportamentale da emulare.

Mostrare le proprie debolezze significa anche non nascondere alcune difficoltà, soprattutto se si è alle prese con un problema di difficile soluzione.

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Per evitare di agire come un perfezionista, inoltre, impostare standard di comportamento che non siano impossibili da seguire, ammettendo errori occasionali (sia in sé stessi sia negli altri).