Nonostante i pericoli derivanti dagli attacchi informatici non tendano a diminuire, anzi, rimangano una delle fonti di preoccupazione maggiore, le piccole e medie imprese di tutto il mondo non sembrano essere consapevoli dei reali danni a cui si potrebbe andare incontro.
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Lo dimostrano i dati derivanti dalla IV edizione del sondaggio internazionale realizzato da GFK Eurisko per conto di Zurich Insurance Group (Zurich). In particolare per quanto riguarda i dati italiani si nota una crescita degli attacchi, con un un 30% in più rispetto al 2015 ma con una scarsa consapevolezza, infatti solo il 10% delle piccole e medie imprese teme tali attacchi.
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Tra quelli considerati i rischi maggiori si notano cybercrime in generale e vulnerabilità delle reti tecnologiche. Le conseguenza peggiori sono individuate nel calo della domanda (35,5%) e nella forte competitività (34%), mentre, al contrario le maggiori opportunità di business sono viste nella riduzione dei costi (36,5%), nell’apertura verso nuovi clienti e mercati (27,5%), e nelle novità legislative (17,5%).
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Infine si notano maggiore investimento nelle risorse umane, dal 3,2% nel 2013 al 12% nel 2016 e più attenzione per le politiche di welfare aziendale.