Non aprire quella mail

di Chiara Basciano

27 Aprile 2017 11:00

Gli attacchi informatici partono molto spesso da dentro le aziende, la consapevolezza come primo passo per la sicurezza.

Si parla spesso dell’importanza della sicurezza digitale, dimostrando come un attacco possa creare gravissimi danni alle aziende. Ma spesso ciò che viene sottovalutato è la vulnerabilità del sistema all’interno dell’azienda stessa.

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Si è parlato di questa problematica durante il convegno sulla sicurezza informatica organizzato ad inizio mese da Eurosystem Spa e Nordest Servizi, in collaborazione con Servizi CGN. Dall’incontro con gli esperti è stato dedotto quanto le aziende non siano pronte ad affrontare questa realtà, troppo attente alle minacce esterne e poco consapevoli di quelle interne.

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Come Fabio Zaffaroni, IBM Italia Brand Specialist, ha puntualizzato, è necessario puntare sulla consapevolezza, mettendo in atto una formazione dei dipendenti finalizzata all’uso sicuro delle varie tecnologie informatiche. Infatti, come anche Rodolfo Saccani, Security R&D Manager di Libra Esva, è tramite la mail che gli attacchi informatici arrivano al cuore dell’azienda. Basta una leggerezza da parte di un dipendente per permettere ai cybercriminali di entrare nel sistema. A volte, casi ancora peggiori, sono i dipendenti stessi a causare volutamente dei danni, come svelato da Roberta Bruzzone, criminologa investigativa, che vede nei dipendenti frustrati e arrabbiati la fonte maggiore di preoccupazione.

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Purtroppo però la consapevolezza non basta, infatti la legislazione stenta a tenere il passo, come sottolineato da David D’Agostini, avvocato e docente all’Università di Udine, che ha detto «Basti pensare alla norma sulla privacy in vigore oggi, risale a 20 anni fa. Quindi è evidente una forte difficoltà nell’aggiornare le norme rispetto alle tecnologie sempre più moderne ed avanzate».

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