Siamo bombardati dalle immagini idealizzate dai media dei grandi leader, che ne restituiscono un profilo perfetto sotto ogni punto di vista, deificato, che naturalmente non corrisponde in alcun modo alla realtà dei fatti, dove invece – e questo lo sanno soprattutto i grandi leader – contano i piccoli gesti quotidiani, le attenzioni e la cura particolare nel dedicarsi alla propria attività. Vediamo allora quali azioni non devono essere sottovalutate da colui che volesse diventare un buon leader.
Un buon leader, nel prendere una decisione difficile, non deve dimenticarsi di valutare l’impatto che la sua scelta potrebbe avere anche sugli altri, oltre che su se stesso. Un concetto tutt’altro che nuovo, che sta però via via modificando la visione autoritaria del leader in quella di un soggetto più umano e attento alle persone che lo circondano, co-artefici spesso – cosa da non dimenticare – del suo stesso successo. Anche saper dire grazie al momento giusto rientra in questa nuova visione: un semplice gesto che può fungere anche da motivatore per gli elementi del team.
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Stesso discorso per l’espressione dell’apprezzamento verso il lavoro altrui, mentre per quel che riguarda l’atteggiamento sul luogo di lavoro il buon leader è certamente calmo anche quando attorno a lui la pressione si fa pesante, ed è capace di ascoltare anche in situazioni di stress i suggerimenti che provengono dai collaboratori. In più, anche quando si sta relazionando con qualcuno tutt’altro che gentile, sa trovare il modo di esserlo e quando si accorgesse di avere intorno malelingue o voci che tendono a screditarlo, sa volare alto senza cadere nella trappola.
I leader coraggiosi, visti attraverso la lente dei media, sono sicuramente affascinanti. Ma sono le piccole azioni quotidiane che fanno un grande leader.