Quali sono le false verità che compaiono più spesso nei curricula dei candidati? I recruiters hanno a che fare ogni giorno con una ingente quantità di informazioni da verificare, un passaggio obbligato per evitare di assumere la risorsa sbagliata con non poche conseguenze negative per l’azienda, anche dal punto di vista dei costi.
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Conoscere i punti deboli dei curricula, o meglio, le bugie più comuni che i candidati inseriscono per rendere più appetibile la propria candidatura, è senza dubbio utile a chi si occupa di risorse umane.
Si parla di credenziali falsificate, date sbagliate, competenze non corrispondenti al vero spesso presenti se in ballo c’è un posto di lavoro in una azienda medio piccola, ma le informazioni inattendibili non mancano anche quando si parla di selezioni del personale nelle grandi società.
1. Attenzione alle date: capita sovente che un candidato modifichi le date relative alle esperienze lavorative passate, soprattutto per coprire possibili lacune tra un impiego e un altro.
2. Qualifiche non corrispondenti al vero: alcuni candidati tendono ad attribuirsi titoli professionali che in realtà non possiedono, o segnalano livelli superiori rispetto a quelli effettivamente maturati.
3. Retribuzioni erronee: una certa tendenza a esagerare è presente anche nella segnalazione delle retribuzioni passate, spesso caratterizzate da maggiorazioni. In questo caso verificare le informazioni potrebbe essere difficile, ma è sempre possibile determinare la retribuzione media relativa a una precisa posizione lavorativa.
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4. Fedina penale e dipendenze: il datore di lavoro può richiedere la consultazione del certificato penale prima di assumere un candidato se è previsto nel contratto collettivo di riferimento.