Se un dipendente non svolge bene il suo lavoro, è sempre in ritardo e si mostra aggressivo nei confronti dei colleghi, potrebbero esserci tutti i presupposti per un richiamo formale se non per il licenziamento vero e proprio. Ma qual è il comportamento dei manager in tali circostanze?
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Risponde a questa domanda uno studio condotto da CareerBuilder condotto scandagliano le opinioni di 2184 responsabili delle assunzioni e professionisti delle risorse umane statunitensi, ricerca che ha messo in luce quali sono le strategie più usate per far capire a un dipendente che il rapporto di lavoro potrebbe essere agli sgoccioli.
Secondo Rosemary Haefner, vice presidente delle risorse umane per CareerBuilder, è importante che i manager siano il più chiari e diretti possibile con i dipendenti che non apprezzano, o che ritengono meno efficienti e produttivi rispetto al passato.
«Per fortuna, una pluralità di manager intervistati ha ammesso di essere aperto al confronto e di procedere con un avvertimento più o meno formale, tuttavia, alcuni sembrano ricorrere a comportamenti aggressivi: è importante che i lavoratori sappiano riconoscere i “segnali” di pericolo inviati dai manager e, se necessario, adottare misure per migliorare la loro situazione.»
A parte gli avvertimenti formali, i manager agiscono in vario modo: si passa dalla semplice segnalazione di carenze nelle prestazioni del dipendente fino alla riduzione delle sue responsabilità, dalla sostituzione del lavoratore fino allo spostamento dello stesso in un’altra area di lavoro.
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Stando ai dati della ricerca, inoltre, i boss usano spesso altre strategie per evidenziare il malcontento nei confronti di un lavoratore, escludendolo da determinati progetti e limitando la sua partecipazione alle riunioni periodiche, oppure tenendolo all’oscuro delle novità che riguardano lo sviluppo dell’azienda.