Porte aperte ai social media in azienda

di Teresa Barone

21 Ottobre 2013 08:00

Sempre più CIO, manager e responsabili IT sbloccano l?uso dei social media in azienda: una nuova ricerca spiega perché.

Stop ai limiti sull’utilizzo dei social media in azienda. I CIO e i direttori IT sembrano aprirsi definitivamente all’uso di Facebook e simili da parte dei dipendenti sospendendo tutti o quasi i blocchi imposti finora. A rivelarlo è una ricerca realizzata da Easynet Global Services e Ipanema Technologies condotta in Europa e USA su un campione di 650 intervistati tra CIO, direttori IT, manager IT e responsabili di rete.

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Se il numero di CIO e responsabili IT pronti a vietare Facebook in ufficio ha subito un calo del 15% rispetto al 2012, ancora più alta è la percentuale di coloro che hanno reso accessibile YouTube. Via libera anche all’utilizzo di Twitter, LinkedIn e alla gestione della casella di posta personale dal pc aziendale in orario di lavoro.

Quali sono le ragioni di questo cambiamento? Quali i vantaggi riconosciuti dai manager? A spiegarlo è Thierry Grenot, Executive Vice-President di Ipanema Technologies: «I social media offrono grandi vantaggi per le imprese, per questo i responsabili IT stanno alleggerendo i controlli. La sfida per i dipartimenti IT ora, però, è quella di garantire che il traffico dei social media sia gestito in modo efficace e senza impattare sulle prestazioni delle applicazioni business-critical.»

Secondo Lisa Myers, CEO di SEO & Social Media agency Verve Search, invece, non è credibile pensare che i dipendenti siano più produttivi se privati dell’accesso ai social media, così come è poco verosimile ritenere che il blocco imposto dall’azienda sia rispettato al cento per cento: «È irrealistico pensare che, impedendo l’accesso ai social media dalle reti aziendali, i dipendenti non vi accedano comunque, tanto più che il 60% degli utenti di telefonia mobile nel Regno Unito (62% in Italia – dati Nielsen) possiede uno smartphone con cui accedere ai social ogni volta che lo desidera. Non si tratta di sapere se si può frenare o no quello che già sta avvenendo, l’unica domanda è: vuoi esserne parte o essere un minuscolo sassolino che sta per essere travolto da una marea?»

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