La perdita dei dipendenti più qualificati è uno dei timori che accomuna gran parte delle aziende e dei CEO, un rischio che – stando a quanto dichiara un’indagine resa nota da Forbes – rappresenta una possibilità molto concreta.
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Se più del 30% dei dipendenti attualmente attivi all’interno di grandi aziende a livello internazionale spera di trovare un nuovo impiego entro 12 mesi, oltre il 70% dichiara di non sentirsi apprezzato e valorizzato dal proprio datore di lavoro, mentre il 60% ritiene che i propri obiettivi di carriera non siano allineati con i progetti aziendali.
Ma quali sono gli errori compiuti dai top manager e causa della “fuga” di talenti?
1. Incapacità di stimolare la passione dei dipendenti più qualificati, impedendo l’allineamento tra le attitudini e le aspirazioni individuali con l’affidamento di incarichi appropriati.
2. Scarso impegno nello sviluppo della creatività dei collaboratori, ai quali non è stata data la possibilità di esprimersi al meglio e di proporre idee e progetti innovativi.
3. Poca cura delle persone a livello umano ed emotivo, un compito che i datori di lavoro dovrebbero svolgere con attenzione: i dipendenti non hanno bisogno solo di una retribuzione adeguata per garantire impegno e dedizione.
4. Incapacità di riconoscere il contributo dei dipendenti attraverso riconoscimenti e politiche di premialità non necessariamente legate alla concessione di bonus economici.
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5. Scarso interesse verso la crescita professionale dei migliori talenti presenti in azienda, con il conseguente mancato affidamento di incarichi di responsabilità.