Curriculum vitae privi di informazioni fondamentali, cronologicamente sballati o corredati da foto molto poco professionali. I recruiters ne vedono di ogni tipo ogni giorno, ma passi falsi di questo tipo li costringono a cestinare il CV al primo sguardo, senza approfondire ulteriormente.
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Stando alle informazioni che arrivano dall’Università Cà Foscari di Venezia, precisamente dall’ufficio che si occupa dell’orientamento post-universitario, arrivano indicazioni interessanti sia per i candidati sia per gli stessi selezionatori.
Tenendo conto delle risposte fornite da un campione di trenta aziende, tra le quali numerose multinazionali, i curriculum vitae contengono spesso indicazioni cronologiche non concordi e sono privi dei dati di contatto, o peggio, del voto di diploma o di laurea.
Per quanto riguarda le foto, inoltre, i candidati pensano (e sperano) di essere notati grazie a selfie poco appropriati, arricchendo il documento di competenze e conoscenze che hanno ben poca corrispondenza con la realtà, a partire dalla dimestichezza con le lingue straniere, come spiega Barbara Benedetti, coordinatrice del placement in Cà Foscari.
«Il novanta per cento dei selezionatori verifica il livello della lingua, chi non la conosce come ha dichiarato è bruciato.»
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Una strategia molto utilizzata per smascherare CV letteralmente gonfiati, infine, sembra sfruttare al meglio i social network (LinkedIn in primis, ma anche Facebook e Twitter), per verificare se il profilo virtuale del candidato corrisponde al ritratto tracciato nel curriculum vitae.