Il livello di motivazione e l’impegno quotidiano dei dipendenti sembrano destinati a calare progressivamente. Un trend emerso dall’ultima Global Workplace Engagement Survey realizzata da Gallup, report che segnala come il grado di “engagement” della forza lavoro a livello mondiale sia inferiore al 50%, mentre il 20% dei lavoratori ammette apertamente di aver sensibilmente ridotto il proprio impegno e coinvolgimento nei progetti aziendali.
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Qual è il motivo? Complice la crisi globale e le retribuzioni spesso non adeguate al carovita, l’impegno dei dipendenti dipende strettamente dalle necessità pratica legate alle esigenze di tutti i giorni, bisogni che talvolta rappresentano l’unica spinta motivazionale in ambito professionale e tagliano fuori entusiasmo e aspirazioni personali.
Ma le performance migliori, spesso, nascono da stimoli più profondi e complessi che la routine quotidiana può mettere da parte: spetta ai manager e ai datori di lavoro incentivare i lavoratori a dare il meglio di sé ottenendo prestazioni al top, principalmente favorendo la creazione di un ambiente di lavoro caratterizzato da opportunità di crescita e meritocrazia, valorizzando l’impegno e premiando il conseguimento di un obiettivo anche a breve termine.
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E non solo: un’ottima strategia di engagement dei dipendenti si basa sull’avvio di opportunità formative regolari, di iniziative che favoriscano l’equilibrio tra professione e vita privata e sulla costruzione di una comunicazione diretta ed efficace tra il management e la forza lavoro.