Moltissimi sono i i consigli per affrontare con la giusta lucidità la fase di selezione in veste di candidato, quali domande aspettarsi, come vestirsi e come comportarsi, ma un parte spesso trascurata è quella finale, in cui il selezionatore chiede se ci sono domande.
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Dichiararsi soddisfatti e non approfittare del momento però può non essere la strategia vincente. Infatti come sottolinea Francesca Contardi, docente di Gestione delle carriere all’Università LIUC di Castellanza «Questa può essere un’ottima occasione per stupire il selezionatore, magari addirittura rivolgendo alcune delle domande più classiche che ci sono state poste poco prima».
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Quindi ecco cinque domande che prendono spunto da quelle di solito rivolte al candidato ma che possono invece essere rivolte al selezionatore. Se ci si sente chiedere come mai si sta facendo richiesta di assunzione in azienda allora è possibile anche chiedere al selezionatore cosa l’ha spinto a lavorare e rimanere in questa determinata azienda. Questa fornirà dettagli utili sul posto di lavoro.
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Chiedere poi dove si pensa che sarà l’azienda nei prossimi cinque anni può aiutare ad avere un quadro più chiaro delle strategie aziendali e dei potenziali piani di sviluppo. Anche fare domande sulla giornata tipo può servire a capire se il posto di lavoro a cui stiamo anelando fa davvero al caso nostro, mentre conoscere le strategie di problem solving aiuta a farsi un quadro del clima generale in azienda. Infine chiedere al selezionatore se ci sono carenze nel curriculum che si è presentato aiuterà a migliorarlo e a chiarire eventuali dubbi riguardo alla propria professionalità.