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Stretta Partite IVA: Professionisti non responsabili

di Barbara Weisz

2 Gennaio 2023 09:00

Controlli fiscali sulle nuove Partite IVA dal 2023: multa e cauzione per le cessazioni d'ufficio ma niente responsabilità in solido per l'intermediario.

L’intermediario fiscale, ad esempio il commercialista, che ha trasmesso la dichiarazione di inizio attività ai fini IVA non è responsabile in solido ai fini della sanzioni di 3mila euro. Il testo definitivo della Legge di Bilancio 2023 conferma la stretta sulle Partite IVA ma elimina la responsabilità in solido degli professionisti prevista nel testo originario presentato dal Governo.

Rilascio nuove partite IVA

Le nuove norme vanno a modificare l’articolo 35 del DPR  633/1972, il testo unico sull’IVA, introducendo i commi 15 bis1 e 15 bis2.

Fermo restando che sono confermati tutti i controlli su queste comunicazioni (comma 15 bis), – riscontri automatizzati, accessi nel luogo di esercizio dell’attività, verifica dati – i sopra citati nuovi commi introducono la possibilità, da parte dell’Agenzia delle Entrate, di effettuare « specifiche analisi del rischio connesso al rilascio di nuove partite IVA».

In base all’esito di tali verifiche, il contribuente può essere invitato a comparire di persona per esibire documentazione o consentire verifiche sull’effettivo esercizio dell’attività e per dimostrare, sulla base di documentazione idonea, l’assenza dei profili di rischio individuati.

In caso di mancata comparizione di persona del contribuente oppure di esito negativo dei riscontri operati sui documenti eventualmente esibiti, l’ufficio emana un provvedimento di cessazione della partita IVA.

In quest’ultimo caso (provvedimento di cessazione), il contribuente può successivamente presentare una nuova domanda di apertura – come imprenditore individuale, autonomo o rappresentante legale di società, associazione o ente, con o senza personalità giuridica –  solo previo rilascio di polizza fideiussoria o fideiussione bancaria per la durata di tre anni dalla data del rilascio e per un importo non inferiore a 50mila euro.

In caso di eventuali violazioni fiscali commesse antecedentemente all’emanazione del provvedimento di cessazione, l’importo della fideiussione deve essere pari alle somme, se superiori a 50mila euro, dovute a seguito di dette violazioni fiscali, sempreché non sia intervenuto il versamento delle stesse.

Multe e responsabilità

Il contribuente, contestualmente al provvedimento di cessazione della partita IVA in seguito a controlli, riceve anche una multa di 3mila euro.

Qui interviene la modifica apportata in sede di approvazione parlamentare: la formulazione originaria della norma prevedeva la responsabilità in solido dell’intermediario fiscale in caso di dolo o colpa grave, fatta eccezione per i casi in cui fosse riuscito a dimostrare un errore incolpevole e una condotta diligente connessa al proprio profilo professionale.

La formulazione contenuta nel ddl di Bilancio approvata in via definitiva dal Senato il 29 dicembre, invece, ha escluso la responsabilità dell’intermediario prevedendo come destinatario della sanzione il contribuente.

Criteri, modalità e termini per l’attuazione, anche progressiva, delle disposizioni sopra descritte saranno definitive con uno o più provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle Entrate.