Occupazione rosa in Italia, ritardi incolmabili?

di Noemi Ricci

5 Dicembre 2008 10:10

Il Crel ha lanciato nella giornata di ieri nuove riflessioni sull'occupazione femminile in Italia e in Sardegna, che alla luce degli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona appare in notevole ritardo

Si è tenuto ieri a Cagliari il seminario di studio e ricerca “L’empowerment e le donne” promosso dal Crel per analizzare l’occupazione femminile in Italia ed in particolare a livello regionale.

In base ai dati statistici e censuari illustrati nel corso del seminario, l’Italia, al suo stato attuale, mostra gravi ritardi e non sembra disporre degli strumenti per raggiungere l’obiettivo previsto dalla strategia di Lisbona: un tasso di occupazione femminile del 60% entro il 2010.

I dati al 2006 indicano che, con uno scarso 47% il binomio donne e lavoro è ancor molto meno consolidato di quello riferito alla controparte maschile (71%), fallendo già abbondantemente l’obiettivo intermedio che era fissato al 57% entro il 2005.

A fare da contraltare, comununque, ricordiamo i dati positivi forniti nelle scorse settimane dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile per il 2008: trend positivo in gran parte del Paese, con in testa il Lazio (+46,6%).

Da quanto esposto da esperti e studiosi – sulle opportunità fornite oggi all’imprenditoria rosa ma in generale a tutte le forme di occupazione femminile – sembra rende necessario un nuovo sforzo, un’operazione di valorizzazione della componente femminile, cercando di fare leva – se non sui principi di equo trattamento economico o socio-lavorativo – sul valore aggiunto di una ricchezza da non trascurare.

Una stategia da rafforzare soprattutto al Sud, che fa registrare livelli di occupazione rosa di vera emergenza.

Il Crel ha lanciato a tal riguardo uno spunto di riflessione, attraverso gli interventi di qualificati relatori, che servirà per elaborare un documento con tutte le proposte per migliorare l’impiego femminile in Italia, da mettere a disposizione dei Presidenti della Regione e del Consiglio regionale.