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eBay: i furbi della piazza virtuale nella rete della Finanza

di Paolo Sebaste

Pubblicato 12 Febbraio 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino… il vecchio adagio popolare, riportato al nostro presente “più tecnologico”, potrebbe suonare come “tanto truffi su eBay che ti becca la Finanza”.

Il Web 2.0 e la diffusione dei servizi di e-Commerce, evidentemente, hanno alimentato le fantasie di numerosi e scaltri utenti-retailer che hanno ben pensato di sfruttare la tecnologia aggirando la Legge e rendendo di nuovo attuale lo storico equivoco – che spesso alimenta i dibattiti su Internet – tra libertà  e assenza di regole. L’illusione che sul Web tutto e il contrario di tutto siano leciti, con il rischio di rasentare o superare la soglia della pirateria e dell’illegalità .

Gli utenti residenti in Italia ai quali eBay ha notificato via mail le richieste di informazioni pervenute dalla Guardia di Finanza, devono aver riacquistato bruscamente – insieme alla consapevolezza della completa visibilità  delle proprie attività  “commerciali” – anche l’esatta percezione che il Web non è esattamente un luogo del tutto avulso dalla realtà  e soprattutto dalla legalità , anche in campo produttivo e commerciale!

Dal momento che su eBay è contemplata la possibilità  di registrazione di attività  commerciali, chi non sceglie questa opzione si iscrive, conseguentemente, come venditore occasionale e tale dovrebbe rimanere.

Del resto, un conto è vendere un qualsiasi bene di proprietà  personale (ma non più di cinque volte e per un valore non superiore a 13mila euro) ed altro è camuffare, con questo mezzo, un’ attività  commerciale in piena regola pensando che la Rete copra tutto.

Cambiare i termini del prodotto non cambia il risultato dell’operazione o di un’attività  commerciale, e come tale viene considerata anche dal Fisco, sia che venga realizzata in un normale negozio che in uno spazio virtuale.

Tra l’altro, non bisogna dimenticare le implicazioni di concorrenza sleale operata nei confronti di aziende che svolgono in modo lecito e soprattutto autorizzato e controllato (sia in strutture fisiche che in spazi virtuali) la propria attività .

A prescindere dal canale (se vale la distinzione tra reale e virtuale) tramite cui viene realizzata un’attività  economica, rimane dunque imprescindibile la conservazione di un principio, che tra l’altro caratterizza la maggior parte dei rapporti umani: la fiducia. Di questi tempi probabilmente l’unica vera moneta di scambio…