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E-commerce e Pmi: un rapporto difficile. La soluzione? Il Web (2.0)

di Riccardo Simone

Pubblicato 16 Aprile 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

In Italia – stando ai dati diffusi dall’Osservatorio del Politecnico di Milano – l’e-commerce rappresenta ancora l’1% del totale vendite retail ai consumatori finali. Il volume d’affari generato è pari a un decimo di quello inglese, un sesto di quello tedesco e un terzo di quello francese.

Il problema è strutturale: gli operatori dell'e-commerce in Italia sono sempre i “soliti noti” (yoox, lastminute.com, eDreams per citarne alcuni) perché manca una diffusa volontà  di rischiare e innovare nel settore della distribuzione, e ciò non permette di sfruttare i vantaggi della cosiddetta coda lunga.

Le Pmi (e in particolare le piccole imprese) si trovano senza dubbio ad affrontare alcuni problemi di natura pratica, nonchè notevoli resistenze. Nella maggior parte dei casi, infatti, manca un esperto IT che possa implementare una soluzione personalizzata di e-commerce. Di conseguenza, numerose imprese acquistano soluzioni chiavi in mano o aprono un negozio personale su eBay.

D’altra parte, pare che le Pmi non credano ancora in questo canale di distribuzione, perché spesso lo considerano esclusivamente sotto l’aspetto dei costi di implementazione e non sotto quello delle opportunità  di business che può generare.

Ebbene, per i più scettici, esiste un’applicazione che può contribuire a ridurre questa serie di problemi e resistenze: è Shopify.

Si tratta di una vera e propria piattaforma su cui creare il proprio negozio online. Il grande pregio di Shopify è la semplicità  e la praticità  di utilizzo unite a una grafica pulita ma accattivante, elementi che permettono di raggiungere un risultato degno di un sito di e-commerce “professionale”.

Shopify può soddisfare le esigenze di numerose attività  commerciali e imprenditoriali, dai piccoli negozi di elettronica alle aziende agricole o vinicole. Infatti anche chi non ha nessun tipo di esperienza nella programmazione e nella gestione dei gateway di pagamento può aprire senza problemi la propria vetrina interattiva.

Una vetrina personalizzabile che si può integrare appieno nel sito aziendale (anche se Shopify crea un sito con un indirizzo del tipo: “nomenegozio.shopify.com”).

L’interfaccia permette inoltre di: visualizzare statistiche dettagliate dell’andamento vendite attraverso Google Analytics; organizzare la spedizione del prodotto attraverso Amazon Fullfillment e Shipwire; abilitare pagamenti attraverso Paypal.

Il servizio, ovviamente, non è gratuito ma è comunque vantaggioso. A seconda della tipologia di business che si vuole sviluppare, Shopify propone tre piani tariffari che variano dai 15 ai 190 euro circa al mese. Inoltre trattiene dallo 0,5% al 2% per ogni vendita effettuata.

Stando alle informazioni presenti sul sito, la scelta del piano può essere modificata in qualunque momento. In ogni caso, se non siete ancora del tutto convinti, potete provare a familiarizzare direttamente con la piattaforma: i primi 5 ordini sono completamente gratuiti e senza trattenute.

Senza dubbio Shopify non risolverà  i problemi strutturali dell’e-commerce italiano ma potrà  contribuire allo sviluppo di piccoli business e magari alla costruzione di un atteggiamento meno refrattario nei confronti del business online.