Il Ddl Sviluppo è legge: focus su Energia e Impresa

di Alessandra Gualtieri

9 Luglio 2009 12:30

Reti di impresa, agevolazioni finanziarie e fiscali per Pmi, trasparenza nei servizi energetici e Tlc, class action e ritorno al nucleare: i punti caldi della nuova Legge Sviluppo

È diventato legge il Ddl Sviluppo (n. 1195-B) approvato lo scorso primo luglio alla Camera. Con il disco verde concesso oggi dal Senato, passa il pacchetto di misure volte a migliorare i processi produttivi nelle imprese italiane e a semplificare quelli amministrativi.

La nuova legge, collegata alla Manovra d’estate 2008, ha; avuto un iter parlamentare lungo e complesso, per quasi un anno di dibattito serrato. Le novità per le aziende introdotte dalla nuova legge sono essenzialmente due.

Innanzitutto l’equiparazione tra reti d’impresa e distretti industriali, per integrare le Pmi in un analogo meccanismo aggregativo che ne favorisca la competitività e conceda un regime finanziario e fiscale agevolato, oltre che semplificazioni amministrative che non tengano più contro dei vincoli territoriali tipici dei ditretti produttivi.

In secondo luogo il giro di vite sulla contraffazione: previste multe fino a 50mila euro e pene e fino a 6 mesi di prigione per chi tra vantaggio economico dalla violazione delle norme sul diritto d’autore.

Non ci riferisce dunque all’utilizzo (ancora molto diffuso in numerose aziende italiane) di software pirata in ufficio ma al commercio generico di materiale contraffatto, che resta comunque una piaga anche per il comparto IT italiano: l’obiettivo, in realtà, è tutelare il valore del copyright sui prodotti proprietari e soprattutto la proprietà industriale di quelli Made in Italy.

Tra le altre misure adottate, quella che non può non essere citata è il Piano Energia, che lascia carta bianca al governo nella scelta delle tecnologie per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e nella promozione dell’efficienza energetica, e che nella sostanza porterà al rilancio del nucleare.

Infine, la neo-Legge Sviluppo introduce l’attesa class action (non retroattiva) e prevede nuove norme per una maggiore trasparenza nell’offerta di servizi energetici e di telecomunicazioni.