Sostegno economico ad imprese e lavoratori delle zone colpite dal terremoto, che si aggiungono a quelle già previste dalla Legge di Stabilità, fra cui la creazione di una zona franca fiscale per le aziende che si trovano nei 134 comuni colpiti dal sisma, con esenzioni IRPEF, IRES, IRAP, IMU e TASI: il Consiglio dei Ministri del 2 febbraio 2017 ha approvato un nuovo decreto terremoti con l’obiettivo, ha spiegato lo stesso premier Paolo Gentiloni, di «mettere in campo tutte le norme e le iniziative necessarie per accelerare i percorsi di ricostruzione ed emergenza», rispondendo in modo adeguato alla situazione.
«C’è bisogno che il Paese intero a partire dal governo, le istituzioni territoriali coinvolte, il Parlamento, l’Unione europea, tutti abbiano la consapevolezza dell’importanza della gravità».
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Il decreto terremoti appena approvato è il terzo provvedimento dall’estate scorsa, quando il 26 agosto il Centro Italia ha cominciato a tremare. Fra le primarie esigenze da tutelare, quella di favorire la ricostruzione del tessuto economico.
Le misure approvate: esenzione fiscale IRPEF, IRES e IRAP nei 134 comuni colpiti dal terremoto per il biennio 2017-2018. L’esenzione IRPEF e IRES è fino a 100mila euro di imponibile, mentre l’IRAP non si paga fino a 300mila euro. Stabilito anche lo stop, sempre fino al 31 dicembre 2018, di IMU e TASI. Queste facilitazioni si applicano a 67mila imprese iscritte alle camere di Commercio delle zone terremotate, solo se già residenti.
C’è anche un nuovo stanziamento di 80 milioni a fondo perduto per le aziende di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria nella quali i danni del sisma hanno comportato una riduzione della capacità produttiva.
Per i lavoratori, proroga del sussidio per mancata attività fino al 31 dicembre 2017 e busta paga pesante (senza tasse) fino al 30 settembre 2017.
Ci sono poi una serie di misure per la popolazione: una carta acquisti per le famiglie che si trovano nelle condizioni di maggiori disagio: la selezione viene fatta in base all’ISEE, il valore della carta dovrebbe aggirarsi intorno ai 200 euro.
Il decreto prevede poi che gli enti locali (Regioni, Province e Comuni) possano effettuare nuove assunzioni e stipulare collaborazioni per gli “Uffici speciali per la ricostruzione“. Particolare attenzione viene dedicata alle procedure per la ricostruzione: meccanismo di appalti e affidamenti più semplice e veloce, in accordo con l’ANAC, per selezionare un team di professionisti che esegua una mappatura del territorio per stabilire le zone più adatte alla ricostruzione, demolire gli edifici pericolanti, ricostruire le scuole. Previsto il potenziamento dell’edilizia residenziale pubblica delle Regioni, con immobili da destinare temporaneamente alle popolazione sfollate. Infne, nuove risorse per la protezione civile.
Ricordiamo che misure per il sisma sono state inserite anche in Legge di Stabilità 2017: credito d’imposta ricostruzione (con risorse pari a 100 milioni di euro quest’anno e 200 milioni dal 2018 al 2047), risorse per la ricostruzione pubblica per 1 miliardo, a cui si aggiungono 300 milioni di cofinanziamento regionale da Fondi strutturali europei. Per famiglie e imprese che effettuano lavori antisismici sugli edifici, detrazione del 70% se la classe di rischio si abbassa di un livello e dell’80% se si abbassa di due livelli. La detrazione è al 75% e 85% (sempre, a secondo dei livelli di rischio) per i lavori condominiali.
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Infine, c’è il dl 189/2016 (decreto sisma), con una serie di misure per le imprese: accesso privilegiato al Fondi di Garanzia PMI fino a un importo massimo (per singola impresa) di 2,5 milioni d euro con copertura all’80% (garanzia diretta) o al 90% (garanzia indiretta), finanziamenti agevolati alle imprese (differenziati per tipologie di azienda e settore di attività), 30 milioni all’INAIL per la messa in sicurezza delle strutture produttive, detassazioni, ammortizzatori speciali straordinari e busta paga pesante per i lavoratori.