Contributi Ristori Bis: requisiti per le attività economiche

di Anna Fabi

9 Novembre 2020 14:10

Nuovi contributi a fondo perduto per attività chiuse o limitate dal Dpcm 3 novembre: requisiti e regole del decreto Ristori bis.

Si allarga la platea degli esercizi commerciali con diritto al contributo a fondo perduto e si alza la somma per bar, gelaterie e pasticcerie della zona rossa, che vengono equiparate ai ristoranti ricevendo quindi il 200% (il doppio) rispetto alla primavera scorsa (in pratica, è aumentato del 50% il contributo previsto dal primo decreto Ristori).  Per quanto riguarda i nuovi esercenti con diritto all’indennizzo, sostanzialmente si tratta di tutte le attività che vengono chiuse nelle zone rosse e arancioni in base al Dpcm anti Covid del 3 novembre.

Sono le principali misure relative ai nuovi contributi a fondo perduto contenute nel decreto Ristori bis, approvato dal governo il 7 novembre. Vediamo nel dettaglio come funziona.

Innanzitutto, l’ampliamento delle categorie di attività beneficiarie del contributo a fondo perduto previsto dal decreto legge 137/2020. Come detto, riguarda le imprese che in base al Dpcm del 3 novembre devono limitare la propria attività. Sono identificate dai codici ATECO elencati negli allegati del decreto (di cui non è ancora stato pubblicato il testo in Gazzetta Ufficiale), e trovarsi nelle zone arancioni e rosse in base alle regole del Dpcm anti-Covid del 3 novembre.

Fra gli altri, tutti i negozi che non possono restare aperti nelle zone rosse, e gli esercizi che si trovano nei centri commerciali e non possono lavorare nei fine settimana (anche nelle zone gialle). In quest’ultimo caso, i codici ATECO devono riferirsi all’attività prevalente dell’esercizio commerciale.

Il requisito fondamentale resta la perdita di fatturato di aprile 2020 su aprile 2019, che deve essere pari ad almeno un terzo (quindi, il fatturato di aprile 2020 deve essere inferiore ai due terzi di quello di aprile 2019). Fanno eccezione le attività aperte dopo il primo gennaio 2020, per le quali il diritto sussiste anche in mancanza della perdita di ricavi.

La misura di questi contributi varia in funzione delle diverse attività. Il meccanismo è lo stesso già previsto dal primo decreto Ristori, quindi la base per il calcolo è l’indennizzo a cui l’esercente aveva diritto in base al decreto Rilancio della primavera scorsa.

Il decreto Ristori bis contiene le percentuali che bisogna applicare rispetto all’indennizzo della primavera scorsa. Che si calcola nel seguente modo: alla differenza di fatturato fra aprile 2019 e aprile 2020, si applica una percentuale specifica che dipende dal giro d’affari dell’impresa nel 2019 (può andare dal 10 al 20% della perdita subita). Al risultato, si applica la percentuale prevista dal decreto Ristori bis per il proprio codice ATECO. Ci sono dei minimali, che dovrebbero essere pari a 2mila o 4mila euro, rispettivamente per persone fisiche e imprese. E dovrebbe essere anche essere confermato il tetto di 150mila euro (contributo massimo) previsto dal primo decreto ristori.

In base alle anticipazioni, per gli esercizi dei centri commerciali l’operazione per il calcolo del contributo a fondo perduto sarebbe invece diversa: riceverebbero il 30% della differenza di fatturato fra aprile 2020 e aprile 2019. I minimali resterebbero a mille e 2mila euro, per persone fisiche e imprese.

Per quanto riguarda infine i bar, le gelaterie, le pasticcerie, gli esercizi del settore della ristorazione senza cucina, il Governo ha già comunicato che il contributo è maggiorato del 50% rispetto a quanto previsto dal precedente decreto Ristori. Quindi, in pratica questi esercizi vengono equiparati, ai fini della misura del contributo a fondo perduto, ai ristoranti. Anche qui, si attende il testo per sapere i codici ATECO precisi.

In tutti i casi, dovrebbe essere confermato il paletto relativo alla data di apertura della partita IVA, che non può essere successiva al 25 ottobre 2020. Resta anche la regola in base alla quale chi ha aperto dopo il primo gennaio 2019

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Anche il meccanismo è lo stesso già sperimentato: chi ha già ricevuto gli indennizzi dell‘articolo 25 del decreto Rilancio riceverà automaticamente le somme con bonifico dall’Agenzia delle entrate, chi invece non rientrava nella precedente platea o non aveva presentato domanda, dovrà procedere con una richiesta. I tempi quindi saranno più brevi per chi ha già avuto precedenti contributi a fondo perduto (gli indennizzi previsti dal decreto Ristori stanno già arrivando, se i tempi dovessero essere analoghi entro fine novembre queste attività dovrebbero ricevere i contributi). Richiederanno invece qualche settimana in più per coloro che devono presentare domanda.