I rincari da Equo Compenso nella Legge di Stabilità 

di Filippo Vendrame

Pubblicato 18 Dicembre 2013
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:45

Nella Legge di Stabilità  è stato integrato un emendamento presentato da Franco Ribaudo (PD), Magda Culotta (PD), Antonino Moscatt (PD) e Lilliana Ventricelli (PD) che aumenta il contributo di Equo Compenso, cioè il tanto contestato balzello applicato ai dispositivi in vendita dotati di supporto di memoria a protezione del diritto d'autore.

L’aumento comporta per i consumatori finali un rincaro di qualche euro in più per comprare smartphone, computer, tablet e così via.

L’emendamento adegua le tariffe alle medie europee, prendendo a riferimento solo i Paesi dove la tassa è applicata e assecondando le richieste del presidente SIAE Gino Paoli al Ministro dei Beni e delle Attività  Culturali, Massimo Bray.

Introdotto nel 2009 dall’allora Ministro Bondi, è una sorta di risarcimento preventivo per consentire all'utente di salvare sulla memoria del proprio dispositivo elettronico un contenuto protetto da copyright regolarmente acquistato. Questa tassa permette quindi di copiare per uso privato i file digitali acquistati nel dispositivo (computer, smartphone, tablet …).

Peccato che l’attuale normativa, per formalizzare un aumento, richiede un tavolo tecnico con tutte le parti interessate. Si è scelta invece la strada meno elegante, ovviamente non priva di polemiche.

Al fine di sostenere il diritto d'autore e le attività  dello spettacolo, dall'entrata in vigore della presente legge, i compensi previsti per ciascuno degli apparecchi o supporti di cui al comma 1 dell'articolo 71-septies della legge 22 aprile 1941, n. 633, sono aggiornati, con il decreto del Ministro dei beni e delle attività  culturali e del turismo di cui al medesimo articolo 71-septies, in misura almeno pari alle corrispondenti medie europee accertate dal Ministero dei beni e delle attività  culturali e del turismo, sentita la Società  Italiana Autori Editori (S.I.A.E.), e calcolate con esclusivo riguardo ai Paesi Europei nei cui ordinamenti è prevista la remunerazione della riproduzione privata ad uso personale.

L’emendamento prevede anche che il 50% va alla SIAE: Il 50 per cento dell'eventuale incremento rispetto all'esercizio 2012 dei compensi ripartibili annualmente alla S.I.A.E ai sensi dei commi 1 e 3 dell'articolo 71-octies della legge 22 aprile 1941, n. 633, è destinato dalla S.I.A.E. stessa, d'intesa con il Ministro dei beni e delle attività  culturali e del turismo, al sostegno delle attività  previste dal comma 2 dall'articolo 2 dello statuto della S.I.A.E.

Scelta discutibile ma che nasconde il vero motivo dell’aumento delle tariffe dell’Equo Compenso: reperire fondi per la cultura attingendo al settore dell'elettronica di consumo. La SIAE si impegna infatti a utilizzare le nuove entrate per nuove attività , talenti e giovani.