Il Governo ha cercato di ampliare la diffusione della fattura elettronica anche tra privati con l’introduzione di alcuni vantaggi fiscali per le imprese ed i professionisti che vi ricorressero. Ad oggi però la normativa non sembra produrre i risultati sperati: i vantaggi per chi opta per la fatturazione elettronica tra privati sembrano essere decisamente troppi pochi.
Per questo in vista della scadenza del 31 marzo, data entro la quale va esercitata l’opzione introdotta dall’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 127/2015, le associazioni di categoria, che si sono riunite in occasione del Forum italiano fatturazione elettronica ed e-procurement tenutosi presso la sede dell’Agenzia delle Entrate di Roma, chiedono ulteriori incentivi.
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Oltre agli attuali benefici previsti dalla normativa in termini di semplificazioni fiscali e controlli (niente obbligo Spesometro, comunicazione operazioni paesi black list, semplificazioni nelle comunicazioni IVA, rimborsi IVA prioritari senza più visto di conformità sopra i 15mila euro, riduzione di un anno dei termini di accertamento) si chiedono ad esempio:
- compensazione più facile tra crediti commerciali vantati verso la PA e somme iscritte a ruolo, senza più l’obbligo di ottenere la certificazione preventiva del MEF;
- niente visto di conformità per l’utilizzo per l’utilizzo dei crediti fiscali superiori a 15 mila euro.
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Sempre in occasione del Forum, le associazioni di categoria hanno messo a punto un piano di lavoro volto a garantire certezza e un contesto tecnico chiaro, per favorire l’adozione in massa dell’e-invoicing anche effettuando analisi statistiche sulla diffusione, le possibili problematiche e le best practice della fattura elettronica tra privati.