Rientro dei cervelli, requisiti e domanda

Risposta di Barbara Weisz

20 Marzo 2025 09:30

Tiziana chiede:

Per chi volesse  rientrare in Italia quali sono i requisiti e come funziona la richiesta per usufruire alle agevolazioni del ” Rientro dei cervelli”?

Ci sono due diverse agevolazioni che confluiscono nella nozione di “rientro dei cervelli“: un beneficio fiscale destinato ai lavoratori impatriati ed un altro riservato a docenti universitari e ricercatori. In entrambi i casi, ci vogliono determinate qualifiche e bisogna tornare in Italia dopo un periodo di residenza all’estero.

La tassazione agevolata per gli impatriati è stata modificata dalla recente riforma fiscale, che ha reso meno favorevole rispetto a prima la riduzione d’imposta per questi contribuenti. Il riferimento normativo è l’articolo 5 del Dlgs 209/2023. Prevede un abbattimento dell’imponibile del 50%, entro un limite annuo di 600mila euro, sui redditi da  lavoro dipendente e assimilati e sui redditi da lavoro autonomo derivanti dall’esercizio di arti e professioni prodotti in Italia da lavoratori che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato. In pratica, questi contribuenti pagano le tasse solo sulla metà del reddito prodotto. In presenza di figli, l’imponibile scende al 40%.

Il lavoratore deve però vantare requisiti di elevata qualificazione o specializzazione, essere stato fiscalmente residente all’estero nei tre periodi d’imposta precedenti al trasferimento, impegnarsi a risiedere in Italia per almeno quattro anni e prestare l’attività lavorativa per la maggior parte del periodo d’imposta nel territorio dello Stato.

  • Il requisito minimo di permanenza all’estero negli anni precedenti al trasferimento si alza da tre a sei o sette anni nel caso in cui il lavoratore torni per lavorare in favore dello stesso datore di lavoro per il quale prestava l’attività anche all’estero, oppure in favore di un soggetto appartenente al suo stesso gruppo. Per la precisione, se il lavoratore non era stato in precedenza impiegato in Italia in favore dello stesso soggetto oppure di un soggetto appartenente al suo stesso gruppo, deve essere rimasto all’estero per almeno sei anni. Se invece anche prima del trasferimento nel paese straniero lavorava per lo stesso datore, il periodo sale a sette anni.
  • Le caratteristiche di elevata specializzazione o qualificazione sono definite dal dlgs 108/2012 e 206/2007. Molto in sintesi ricomprendono i laureati e le professioni regolamentate.

Per quanto riguarda infine la richiesta, l’opzione si esercita direttamente in dichiarazione dei redditi, a partire dal periodo d’imposta in cui è avvenuto il trasferimento. Se però la residenza fiscale in Italia non è mantenuta per almeno quattro anni, il lavoratore decade dai benefici e si provvede al recupero di quelli già fruiti, con applicazione dei relativi interessi.

La tassazione agevolata per docenti e ricercatori è invece regolata dall’articolo 44 del decreto 78/2010, che prevede un imponibile fiscale pari al 10% del reddito effettivo, applicato per 6 periodi fiscali, elevabili a 8, 11 o 13 a seconda del numero di figli. Bisogna trasferire la residenza fiscale in Italia dopo due anni all’estero e mantenerla per tutto il periodo di durata dell’agevolazione. E’ necessario un titolo di laurea e bisogna aver svolto all’estero documentata attività di ricerca o docenza per almeno due anni continuativi, presso centri di ricerca pubblici o privati oppure università.

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