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730 precompilato: come inserire gli immobili

di Barbara Weisz

Pubblicato 18 Maggio 2015
Aggiornato 25 Maggio 2015 10:20

Istruzioni per la compilazione del quadro B del 730 precompilato dedicato ai redditi da fabbricati: immobili di proprietà, locazioni, cedolare secca.

Il quadro B, relativo ai redditi da fabbricati, nel 730 precompilato prevede una griglia iniziale, in cui inserire i vari dati relativi agli immobili: il contribuente può eventualmente aggiungere righi se quelli che appaiono nella schermata iniziata non fossero sufficienti per inserire tutti i redditi da fabbricati. Vediamo con precisione le regole per inserire gli immobili nel 730 precompilato, ricordando che le regole fondamentali sono le stesse previste per il 730 ordinario.

=> 730 precompilato: una soluzione agli errori

Devono compilare il quadro B dedicato ai redditi da fabbricati i proprietari di immobili iscritti in Catasto come dotati di rendita, i titolari di usufrutto o altro diritto reale, i titolari di tutti gli immobili che non possono essere considerati rurali, i soci di società semplici o ad esse equiparate che producono redditi da fabbricati. Attenzione: il titolare della nuda proprietà non deve dichiarare il fabbricato.

=> 730 precompilato: come inserire le modifiche

Nei righi da B1 a B8 si inseriscono i redditi da fabbricati. Per ciascun immobile, si compila un rigo. E’ possibile utilizzare gli appositi pulsanti (aggiungi modulo) per aggiungere righi rispetto a quelli che appiaono nella schermata. Attenzione: se nel corso del 2014 sono cambiate destinazione d’uso, o quota di possesso, o altri dati fra quelli da inserire, bisogna compilare un diverso rigo per ogni diversa situazione, barrando la casella “continuazione” della colonna 8. Altra precisazione: si indicano in questa sezione tutti gli immobili di proprietà, che siano o meno concessi in locazione. Vediamo i vari passaggi.

In colonna 1 si inserisce la rendita catastale, al lordo della rivalutazione del 5%. In colonna 2, si indica uno dei seguenti codici di utilizzo:

  • 1: abitazione principale;
  • 2: immobile ad uso abitativo tenuto a disposizione oppure dato in uso gratuito a persone diverse dai propri familiari;
  • 3: immobile affittato conc ontratto di libero mercato (patti in deroga);
  • 4: immobile locato a equo canone;
  • 5: pertinenza dell’abitazione principale;
  • 8: immobile situato in comuni ad alta densità abitativa;
  • 9: immobile non compreso in nessuno degli altri codici;
  • 10: abitazione o pertinenza in uso gratuito a un familiare che vi dimora abitualmente, oppure in comproprietà con persone diverse dal dichiarante;
  • 11: immobile in parte abitazione principale e in parte in locazione a libero mercato;
  • 12: immobile in parte abitazione principale e in parte in locazione a canone concordato, situato in comuni ad alta densità abitativa;
  • 14: immobile situato nella Regione Abruzzo in locazione a persone colpite dal sisma;
  • 15: immobile situato nella Regione Abruzzo in comodato a persone colpite dal sisma;
  • 16: reddito da fabbricati attributo da società semplice imponibile ai fini IRPEF;
  • 17: reddito da fabbricati attrabuito a società semplici non impobile ai fini IRPEF.

In colonna 3 si inseriscono i giorni di possesso (365 per l’intero anno), in colonna 4 la percentuale di possesso (100% se per intero), In colonna 5 si inserisce il codice relativo al canone di locazione, scegliendolo fra i seguenti:

  • 1: tassazione ordinaria (95% del canone);
  • 2: tassazione ordinaria di immobile situato a Venezia (75% del canone);
  • 3: cedolare secca (100 del canone);
  • 4: tassazione ordinaria di immobile di interesse storico o artistico (65% del canone).

Nella successiva colonna 6, “canone di locazione“, si riporta la percentuale di canone che corrisponde al codice segnato.

La colonna 7 è dedicata ai “casi particolari“, contrassegnati da appositi codici. Eccoli:

  • 1: se l’immobile è distrutto o inagibile a seguito di eventi sismici o altri eventi calamitosi ed è stato escluso da imposizione a seguito di certificazione da parte del Comune attestante la distruzione o l’inagibilità. E’ uno dei casi in cui nella colonna 2, dedicata all’utilizzo, si segna il codice 9;
  • 3: se l’immobile è inagibile per altre cause ed è stata chiesta revisione della rendita 8anche qui, in colonna 2 si mette il codice 9);
  • 4: immobile concesso in locazione per cui non sono stati percepiti, in tutto o in parte, i canoni previsti dal contratto, e il procedimento di sfratto si è concluso entro il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Se il canone di locazione è stato percepito in parte, si indica in colonna 6 la quota incassata;
  • 5: immobile in comproprietà e dato in locazione da uno o più proprietari (ma non da tutti) per la propria quota;
  • 6: immobile locato su cui c’è procedura esecutiva di sfratto.

La casella di colonna 8, “continuazione”, come detto va barrata solo nel caso in cui nel rigo seguente si compilano dati relativi allo stesso immobile (per segnalare cambio di destinazione d’uso, quota eccetera). Nella colonna 9 si mette il codice del Comune in cui è situato l’immobile (l’elenco si può trovare in “appendice” alle istruzioni di compilazione del 730). Nella colonna 11 si barra la casella se l’immobile è affittato con cedolare secca. Infine, la colonna 12 è dedicata ai casi particolari IMU, contrassenati dai seguenti codici:

  • 1: fabbricato diverso dall’abitazione principale esente IMU nel 2014 ma soggetto a imposte sui redditi;
  • 2: abitazione principale e pertinenze per cui è dovutal’IMU 2014 (esempio, immobili di lusso delle categorie A1, A8 e A9);
  • 3: immobile ad uso abitativo non locato, assoggettato a IMU, che si trova nello stesso Comune dell’abitazione principale (in questo caso, il reddito dell’immobile concorre alla formazione dell’imponibile al 50%).

I righi da B11 a B13 riguardano invece gli estremi dei contratti di locazione nel caso in cui si applichi la cedolare secca (ed è quindi già stata barrata la casella 11 della sezione precedente), oppure se c’è la riduzione del 30% del reddito sulla tassazione ordinaria (canone concordato in comuni ad alta densità abitativa, quindi codice 8 o 12 nella colonna 2 dei righi da B1 a B8, oppure Regione Abruzzo, quindi codice 14 nella colonna 2 dei righi da B1 a B8).

Nella colonna 1 si riporta il numero della sezione precedente del quadro B in cui sono stati riportati i dati dell’immobile. Se sono stati compilati più modelli relativi allo stesso immobile, il numero si inserisce in colonna 2. la data da inserire in colonna 3 è quella relativa alla registrazione del contratto. In colonna 4 si segna il codice relativo alla modalità di registrazione del contratto, scegliendolo fra i seguenti:

  • 3: registrazione presso ufficio Agenzia Entrate;
  • 3P: registrazione telematica tramite Siria;
  • 3T: registrazione telematica con altre applicazioni (Locazioni Web, Contratti online, modello RLI);
  • 3A e 3B: codici utilizzati negli anni passati presso gli uffici.

In colonna 5 si indicano numero ed eventuale sottonumero di registrazione del contratto, in colonna 6 il codice identificativo dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate presso cui è registrato il contratto (si trovano sul sito dell’Agenzia delle Entrate, nella tabella “Codici ufficio da utilizzare per il versamento delle annualità successive“). In colonna 7, si barra la casella solo per contratti superiori ai 30 giorni, in colonna 8 si indica l’anno di presentazione dell’eventuale dichiarazione ICI o IMU, infine la colonna 9 si barra solo per i contratti a canone concordato nei comuni in stato d’emergenza.

=> 730 precompilato: come inserire le spese