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Bonus Mobili: per la detrazione basta uno scontrino parlante

di Teresa Barone

3 Aprile 2024 10:01

Per accedere al Bonus Mobili basta conservare lo scontrino parlante con il codice fiscale del contribuente o i dati sulla tracciabilità dei pagamenti.

Grazie al Bonus Bonus Mobili, rinnovato per il 2024 seppur in misura ridotta, è ancora possibile ottenere la detrazione fiscale sull’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici destinati a un immobile oggetto di ristrutturazione.

Per richiedere l’agevolazione, tuttavia, è importante documentare la spesa con la relativa fattura d’acquisto o con altri documenti che forniscano tutti i dettagli relativi all’acquirente.

Bonus Mobili: ammesso lo scontrino parlante

Per accedere al Bonus Mobili, tecnicamente, può essere bastare uno scontrino parlante che riporti tutte le informazioni relative ai beni acquistati, ai servizi goduti e all’identità dell’acquirente, indicando il codice fiscale.

In assenza di documento commerciale contenente il codice fiscale, invece, è possibile richiedere l’agevolazione conservando ogni documento che attesti il pagamento effettuato, come la ricevuta del bonifico bancario o quella relativa all’avvenuta transazione per i pagamenti mediante carte di credito o di debito.

Il documento, in ogni caso, deve ricondurre al contribuente titolare della carta di debito o di credito grazie alla corrispondenza con i dati del pagamento.

Questo, perchè deve esserci corrispondenza tra il beneficiario del Bonus Mobili (di cui all’articolo 16, comma 2, del decreto legge n. 63/2013) ed il contribuente che ha fruito del Bonus Ristrutturazione.

Alternative alla fattura per il Bonus Mobili

In ultima analisi, per chi non possiede più la fattura di acquisto del mobilio, ai fini della detrazione:

  • lo scontrino può essere considerato equivalente solo se riporta il codice fiscale dell’acquirente e l’indicazione della natura, qualità e quantità dei beni acquistati;
  • se invece lo scontrino non riporta il codice fiscale, la spesa deve almeno essere riconducibile al contribuente titolare della carta riferita ai pagamento (da cui si evincono i dati dell’esercente, l’importo versato e la data e l’ora della transazione).

NB: a sua volta, anche la detrazione del 50% dall’IRPEF (Bonus Ristrutturazioni) sui lavori nell’immobile associato al Bonus Mobili deve essere utilizzata dal contribuente che vanta un diritto reale di proprietà sull’immobile stesso e che ha anche effettivamente sostenuto le spese dei lavori, oltre ad essere intestatario delle fatture.

I documenti da conservare per il Bonus Mobili: cosa dice il Fisco

Conclusioni: quali documenti conservare

Per la detrazione bisogna sempre effettuare pagamenti tracciabili con bonifico o carta (non sono ammessi gli assegni) e, se si ricorre al bonifico bancario o postale, non serve neanche utilizzare quello specifico predisposto da banche e Poste per le spese di ristrutturazione (soggetto peraltro a ritenuta). In caso di acquisto a rate, bisogna conservare copia della ricevuta del pagamento.

In generale, i documenti da conservare per il Bonus Mobili sono:

  • attestazione di pagamento (ricevuta bonifico o di avvenuta transazione, per i pagamenti con carta di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente)
  • fatture di acquisto riportanti la natura, la qualità e quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

Come spiegato sopra, lo scontrino con il codice fiscale dell’acquirente, la natura, qualità e quantità dei beni acquistati è equivalente alla fattura.