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Edilizia in Italia: il mercato 2015

di Barbara Weisz

Pubblicato 15 Ottobre 2015
Aggiornato 18 Aprile 2016 09:00

Edilizia post-crisi: tutti i numeri e i trend, con un focus sul comparto Costruzioni nel Rapporto 2015 di Federcostruzioni al Saie di Bologna.

Numeri finalmente in ripresa per l’Edilizia, ma i pesanti strascichi della crisi si sentiranno ancora per un decennio: è  l’analisi che emerge dal Rapporto 2015 sul sistema delle costruzioni in Italia presentato da Federcostruzioni al salone internazionale dell’industrializzazione edilizia. Un settore che vale il 12% dell’occupazione nazionale ma che ha perso in sette anni 650mila posti di lavoro e 125 miliardi di valore della produzione (29,9%). L’inversione di trend si è intravista nel 2014: 125mila posti di lavoro, -4,6%, perdita della produzione del 3% in termini reali e del 3,5% in valore.

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Crisi

L’impatto della crisi sull’edilizia è stata mitigato dalle Esportazioni, che come in altri settori produttivi hanno rappresentato un traino: +23% dal 2009 al 2014. L’analisi vede la perdita più consistente concentrata nelle Costruzioni (-75 miliardi ovvero -27%) mentre in termini relativi perdono di più altri segmenti (Siderurgia, Macchine movimento terra, Cemento e calcestruzzo, Commercio macchinari). 

=> Scarica il Rapporto 2015

Ripresa

Ora la ripresa è in vista anche nel comparto Costruzioni, che comunque nel 2014 pur avendo recuperato rispetto agli anni precedenti accusano un calo della produzione superiore alla media nazionale, che è stata dello 0,7%.  Anche l‘economista Luigi Guiso, docente di Economia presso l’Einaudi Institute for Economics and Finance di Roma, sottolinea come il settore delle Costruzioni sia quello che

«ha pagato a più caro prezzo la crisi economica: di tutti i posti di lavoro persi durante la crisi, oltre il 50% è stato perso nel settore delle Costruzioni»

Anche l’inversione ciclica si manifesta ora con maggior ritardo rispetto al resto dell’economia. La strada per tornare ai livelli pre-crisi, secondo le stime di Guiso, è ancora lunga: ipotizzando una crescita del 3% all’anno, ci vogliono almeno 11 anni.

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Le previsioni di fine 2015 sono improntate a un cauto ottimismo, con numeri che restano negativi ma di pochi decimali: -0,5% el 2015 e -0,1% nel 2016. In sintesi, dichiara Rudy Girardi, presidente di Federcostruzioni, pure con un quadro 2014 tutt’altro che positivo,

«si prefigura uno scenario di ripresa che appare realisticamente all’orizzonte dei prossimi anni», con un 2015 ancora in lieve riduzione ma che «dovrebbe prefigurare il punto di partenza per il ritorno a ritmi di crescita».

La ripartenza dell’edilizia è fondamentale anche secondo il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che auspica una politica di investimenti da parte del Govero, e suggerisce misure per risparmio energetico, benessere abitativo, interventi contro dissesto iderogeologico e sismico.