FMI: sostegno UE per l’Italia, promossa ma in recessione

di Alessandro Vinciarelli

25 Gennaio 2012 09:37

Italia in recessione, la crisi economica perdurerà ancora; il rapporto del FMI fotografa la difficile situazione italiana ed europea e fa le sue stime per i prossimi due anni.

L’Italia continuerà a vivere un periodo di forte recessione anche nel 2012, senza riuscire a superare la crisi economica fino a fine 2013, quando è previsto il pareggio di bilancio: nonostante gli apprezzamenti UE sulla manovra Monti, il rapporto economico del FMI (Fondo Monetario Internazionale) fotografa una situazione critica secondo la quale l’Italia è in recessione e vi rimarrà per due anni, con un PIL che scenderà del -2,2% nel 2012 e del -0,6% nel 2013 (-2,5% sulle previsioni 2012 e -1,1% sul 2013), ma il giudizio complessivo – nonostante il “panico” creato dalle dichiarazioni sulla necessità di un sostegno UE per rafforzare i sistemi di protezione contro le speculazioni europee (“firewall”) – è positivo.

Italia promossa

I ribassi dovuti alla crisi economica che peseranno sul tempo di raggiungimento del pareggio di bilancio, comunque risultano meno evidenti rispetto alla media dell’Eurozona fissata rispettivamente al 3,4 e al 2,9% nei due anni considerati.

In relazione alla relazione tra PIL e altri indicatori, il documento FMI evidenzia un rapporto con il deficit al 2,8% nel 2012 e al 2,3% nel 2013, mentre con il debito la stima è del 125,3% nel 2012 per poi crescere al 126,6% nel 2013.

Dati che spaventano, ma che non rappresentano il fanalino di coda degli Stati su cui vengono effettuate le previsioni. Ad esempio il risultato previsto per il deficit dell’Italia sarà il secondo migliore nell’ambito dei Paesi del G7, considerando l’attivo della Germania (+0,1% nel 2013) e il passivo degli altri Paesi del gruppo.

Secondo il FMI l’Italia raggiungerà infatti il pareggio di bilancio nel 2013, rispettando l’obiettivo più importante concordato con l’Unione Europea.

Resta però alta la soglia di attenzione del FMI:  Olivier Blanchard ha definito ancora a rischio la ripresa economica mondiale a causa delle cattive performance delle economie europee: “il peggio può essere evitato ma la strada è lunga”.