Nuovo Patto di Stabilità e MES: le sfide economiche 2024 per l’Italia

di Anna Fabi

22 Dicembre 2023 09:37

Cosa prevede il nuovo Patto di Stabilità UE 2024, come ha impatto sui conti italiani e quali conseguenze avrà la mancata ratifica italiana del nuovo MES.

Mentre il Parlamento tiene alta la tensione con il no al MES, il Governo firma l’accordo europeo che segna le regole dal prossimo gennaio: è il Nuovo Patto di Stabilità e Crescita 2024, che modifica i meccanismi sul rispetto dei vincoli di Bilancio.

Gli Stati fuori dai parametri come l’Italia, possono intraprendere percorsi di aggiustamento di quattro o sette anni. Sono percorsi virtuosi, che evitano l’attivazione di procedure.

In caso di crisi economica come quella che ha segnato il mondo intero durante la pandemia, però, senza la ratifica dell’Italia (unica a dire no nella UE), non potrà partire il nuovo meccanismo di tutela bancaria previsto dal nuovo MES.

Vediamo tutto.

Nuovo Patto di Stabilità UE: cosa cambia per l’Italia

Restano i due riferimenti al deficit sotto il 3% e al debito entro il 60%, ma cambiano i margini di flessibilità per gli Stati nell’avvicinarsi agli obiettivi. Per essere chiari: pur con un deficit 2024 sopra il 3%, l’Italia è in regola, avendo previsto un percorso di rientro rispettando e l’aggiustamento strutturale minimo annuale pari allo 0,5% del Pil.

Gli obiettivi economici da centrare

Il deficit deve scendere sotto il 3% riducendosi almeno dello 0,5% annuo, il debito deve ridursi di un punto all’anno. La modulazione dipende però dall’entità del debito:

  • se è sopra il 90% come in Italia, deve scendere di almeno un punto all’anno, con la riduzione del deficit/Pild che eve proseguire fino all’1,5%.
  • tra il 60 e il 90% di debito/PIL, la riduzione deve essere di almeno mezzo punto percentuale all’anno ed il calo del deficit deve arrivare fino al 2%.

C’è una nuova clausola che riguarda paesi come l’Italia, che superano il 3% del deficit oppure il 90% del debito. E’ un obbligo di miglioramento dello 0,3% annuale del bilancio strutturale primario, nei percorsi di aggiustamento di quattro anni, ridotto allo 0,2% in caso di prolungamento del percorso a sette anni (quando ci sono gli investimenti e le riforme considerati prioritari dall’UE).

Quelle sopra esposte sono le regole su cui i paesi hanno annunciato un accordo dopo l’Ecofin di metà dicembre.

Il nodo MES

Se da un lato c’è piena intesa sul nuovo Patto di stabilità, in Italia il Parlamento ha detto no alla riforma del MES, ossia del fondo salva-Stati.

Il cosiddetto “paracadute” contro le crisi bancarie (intervenendo sul fondo salva-banche SRF – Fondo unico di risoluzione europeo) in caso di choc economici come quello post-Covid, senza la ratifica italiana non potrà più essere azionato a partire dal 1° gennaio 2024 come era stato concordato.

Il nuovo MES liberebbe i singoli governi dall’onere economico di dover provvedere in caso di crisi bancarie legate a periodi di crisi, ma il no dell’Italia l’unione bancaria europea viene meno.